Ho letto questo “Asterios Polyp“, il graphic novel di cui si è parlato di più negli Stati Unti negli scorsi mesi (ma anche, inauditamente, in Italia), scritto e disegnato da David Mazzucchelli. È in effetti molto bello, e molto inventivo: forse unico in come mette insieme una complessa struttura narrativa, un disegno meticoloso di grande rigore, molte trovate formali e un racconto pieno di idee e riflessioni. Detto tutto questo, mi sono fermato a pensare se mi fosse piaciuto più dei graphic novels che ho amato di più in questi anni, come LMVDM di Gipi o Blankets di Craig Thompson: e mi sono risposto che non è altrettanto emozionante, o commovente, malgrado il notevole finale. È molto cerebrale, c’è dell’intelligenza, e della grande sapienza, ma un po’ meno cuore: però è inevitabile, dato che racconta di un uomo con una vita molto creativa ma anche arida. Però mi ci sono volute ben tre sere per finirlo, e questo è un merito, per un libro a fumetti.
Asterios Polyp
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