Compagno Beppe

C’è una certa distorsione – ma è un vecchio problema – nel modo in cui in Italia vengono annunciati gli articoli della stampa estera sull’Italia: parrebbe che nel resto del mondo si sveglino la mattina con l’ansia che in Italia c’è Berlusconi. Invece si limitano a pensare che siamo un paese di pagliacci governato dal capo pagliaccio, e poi naturalmente tornano a farsi i fatti loro. L’Afghanistan o Cuba o la Cina ricevono naturalmente molta più attenzione e preoccupazione.
Detto questo, del pezzo di Anne Applebaum sul Washington Post contro Berlusconi e gli italiani che lo votano, tanto esaltato nei giorni scorsi soprattutto da Repubblica, è divertente scoprire che l’ispiratore sia Beppe Severgnini, columnist del Corriere.

Italians, journalist Beppe Severgnini told me, “were afraid of their own bravery.” They were also afraid of chaos, and in a country that has had, on average, a different government every year for the past six decades, Berlusconi has come to represent a kind of stability.

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