La prevalenza dell’iPhone

Sto usando Kindle ormai da una decina di giorni, e ho scoperto piccole cose interessanti ma incomplete (si può sentire la musica, ma senza nessuna possibilità di gestirne l’ordine; c’è un buon lettore audio dei testi, ma solo per l’inglese; si possono importare e leggere documenti di testo, ma la conversione li spatascia un po’). Alla fine, la funzione più efficace è quella originaria: leggere libri e giornali, ottenerli immediatamente. E in questo funziona, e bene. Poi se volete usare o salvare le cose che leggete, la comunicazione col computer è invece molto macchinosa e insoddisfacente.

Poi c’è un limite che riguarda noi europei, ma molto seccante. Non solo non esiste praticamente niente in italiano (solo la Stampa), ma anche molti dei contenuti più interessanti in inglese sono inaccessibili se il Kindle è registrato fuori dagli Stati Uniti. Tra i libri, non si possono comprare gli ultimi libri di nessuno dei seguenti: Roth, Lethem, Eggers, Safran Foer, Doctorow. Tra i quotidiani, niente Wall Street Journal né Corriere della Sera. Tra le riviste niente Time, Economist e New Yorker. Per fare alcuni esempi. Ed è davvero assurdo che ai clienti internazionali non solo non sia offerto un servizio nella loro lingua, ma sia inibita anche buona parte di quello di cui fruiscono gli americani.

Il sistema per aggirare questi blocchi è fingersi americano e registrare Kindle su un indirizzo americano. A quel punto però ogni acquisto o abbonamento fatto via wireless da fuori degli USA è gravato di sovrapprezzi, piccoli ma noiosi (una specie di tassa di roaming). A meno che gli acquisti non siano fatti dal computer e poi passati manualmente a Kindle via USB: inibendo in sostanza il wireless.
Alla fine non è da escludere che molti preferiscano utilizzare il servizio (eccellente) e fare acquisti, ma dove possibile (i libri) privilegiare per la lettura l’iPhone rispetto a Kindle. Io mi ci sto già abituando, non è così strano come lo si immagina.

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