Da qualche settimana voglio fare una foto in piazza XXV aprile per mostrarvi di cosa è capace l’amministrazione di questa città, e che rapporto ha con il suo sfruttamento. Lo farò, ma intanto vi descrivo sommariamente: al centro della piazza, al momento devastata dai cantieri – ma quello ci sta – ci sono due vecchie dogane (ho trovato solo una foto di Google Maps). Non è che siano bellissime, ma come decorazione e fulcro della piazza funzionano, e rispetto a quel che le circonda, grasso che cola. Però dentro qualcuno ha consentito si mettessero in esposizione delle vasche da bagno, o delle scrivanie, manco mi ricordo perchè distolgo lo sguardo inorridito. Lo so, ci vorrebbe la foto. Ma ai miei occhi, fidatevi, rappresentano esattamente i criteri di governo di questa città, che conoscono molti altri esempi di cui ho parlato altre volte, dai gazebo ai supercartelloni luminosi. Il progetto generale è “prendiamo quel che c’è di bello, e mettiamoci una porcata”. Ne parlava bene anche Michele Serra, ieri su Repubblica:
Un amico milanese mi manda questo sms disperato: «Su un lato di Palazzo Reale c’è un cartellone pubblicitario. C’è scritto “Billionaire junior styled by Elisabetta Gregoraci, kids today, successful people tomorrow”. Fai qualcosa».
Caro amico. La mia formazione non violenta mi impedisce di cannoneggiare i cartelloni pubblicitari, mettendo a rischio l’incolumità dei passanti. Più in generale lo spirito del Natale, coincidente con il clima di pacificazione imposto dai noti eventi, ci impone un contegno tollerante, specie nei pressi di piazza del Duomo. Possiamo solo augurarci che un capannello di milanesi volonterosi, sfidando il freddo, si raduni sotto il cartellone by Gregoraci ridendo in gruppo, possibilmente dandosi il cambio anche di notte come nei presidi operai, per garantire continuità alla risata. Vedrei bene anche un controcartellone con la scritta “Vadavialcù by i Milanesi”, con l’uso del dialetto ideale per dare un segnale di distensione alla Lega. Per i più freddolosi, visitare la mostra di Hopper, anzi by Hopper, all’interno del Palazzo può consentire una momentanea consolazione. Purtroppo, per andare a casa, poi bisogna uscire in piazza. Tenere il lato Arcivescovado e camminare rapidamente, senza alzare lo sguardo.
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