L’esperienza è familiare a tutti: si torna in Italia dopo dieci giorni senza leggere cosa vi accadesse e si trova il dibattito politico occupato dalla questione della riabilitazione di Bettino Craxi, e il Partito Democratico che si aggroviglia incasinato sulla scelta dei candidati alle regionali. Rispetto a questa seconda cosa, io personalmente trovo da ubriachi che non si investa su dei candidati bravi e amati come Vendola e la Bonino (anche se i radicali stanno già mettendoci del loro – come altre volte – per complicare le cose), e che ci si faccia dettare la linea da Casini (ma anche da Pannella): ma al di là del parere mio, nessuno può discutere il fatto che il PD abbia deciso a suo tempo che in questi casi decidono le primarie (quelle di coalizione non si possono imporre a nessuno, quindi chi ci sta bene, chi non ci sta si attacca e se ne prende la responsabilità). Quindi ho trovato perfetta l’intervista di Rosy Bindi sulla Stampa di oggi.
Sia chiaro, occorre aprire all’Udc: ma va fatto con la lucidità di chi ha in testa una strategia politica per il futuro. Casini non può dirci, per esempio, che non farà mai il capo di un centrosinistra simile a quello che ha guidato Prodi, perché nessuno glielo ha chiesto e perché non accetto nemmeno da un possibile alleato che venga liquidata la nostra storia politica e il legame tra il Pd e Prodi. Comunque, ripeto: nessuno gli ha chiesto di fare il capo del centrosinistra
Io resto convinta che Casini sarà un ottimo capo del centrodestra liberato da Berlusconi