Negroponte

Ernesto Assante ha intervistato Nicholas Negroponte su Repubblica.

Nicholas Negroponte è un visionario. Quando nel 1995 pubblicò Essere digitali in molti non credettero ai cambiamenti che lui anticipava e raccontava. Ed invece tutto, o quasi, si è dimostrato vero. E´ un “evangelista” della Rete, coinvolto in mille progetti, da quello di “One laptop per child”, con il quale porta computer a basso costo nei paesi sottosviluppati e li fornisce gratuitamente ai ragazzi, dal Wall Street Journal del quale è uno dei “garanti”, dal MediaLad di Boston del quale è ancora presidente. Ed ora il mensile Wired lo ha coinvolto come “testimonial” della campagna che il giornale ha lanciato per la candidatura di Internet al premio Nobel per la pace 2010. Negroponte è a Roma per partecipare al Festival della scienza che si svolge all´Auditorium di Roma, dove oggi sarà protagonista di un incontro sul futuro del Web, con Franco Bernabè, Paolo Ferri, Stefano Maruzzi, Luca Sofri e il direttore di Wired Riccardo Luna.
Professore, perché ha accolto l’invito di “Internet for peace”?
«Non è facile rifiutare un simile invito quando la realtà che conosco e della quale ho esperienza da tanti anni mi ha sempre spinto a pensare questo. Internet è certamente uno strumento di pace, è un´arma di istruzione di massa, sta diventando un´arma di costruzione di massa».
Crede che questa candidatura possa avere davvero successo?
«Non conosco bene le logiche che spingono i giudici del Nobel ad assegnare il premio, quindi non posso fare delle previsioni ragionevoli. Certo è che il premio a Internet è più appropriato che il premio a Obama. Presenteremo la candidatura ufficialmente a Oslo il primo febbraio, con tre dei grandi “padri” di Internet, Vinton Cerf, Tim Berners-Lee e Larry Roberts, che rappresenteranno tutti gli altri che hanno contribuito nel corso degli anni allo sviluppo della Rete».
C´è ancora chi pensa che la Rete sia pericolosa, il nostro presidente del Senato ha detto che è più pericolosa del terrorismo…
«E´ vero che la realtà della Rete è confusa, caotica, e che ci sono molte cose che non vorremmo leggere o ascoltare, ma questa è una ricchezza, non un difetto. Internet è uno strumento, così come sono strumenti i telefoni cellulari, usati molto più facilmente dai terroristi o dai banditi. Nessuno però si sentirebbe di dire che i telefoni cellulari sono pericolosi e che le conversazioni che avvengono debbano essere in qualche modo limitate. Gli aspetti negativi della Rete? Non avere la Rete. E´ come parlare del lato oscuro dell´editoria, perché si pubblicano libri o giornali con contenuti orribili. E´ come pensare di rinunciare all´e-mail perché arrivano messaggi indesiderati o spam».
C´è un grande dibattito sul futuro dei giornali…
«La carta sparirà, prima o poi. Non sparirà il giornalismo d´inchiesta o quello investigativo, troveranno nuovi supporti sui quali basare le proprie fortune. Un giornale può essere ovunque, anche sullo schermo di un computer».
Resta un grande problema di autorevolezza e di veridicità.
«E´ il lettore che decide a chi credere. La differenza tra un blogger e un giornalista, oggi, è che il secondo è un professionista pagato e il primo no. Ma anche questo cambierà. La realtà è che siamo solo all´inizio di un percorso nuovo e lungo. E che durante questo percorso emergeranno delle realtà nuove e diversamente autorevoli. Le vecchie istituzioni culturali si sono consolidate in un tempo molto lungo, non si può chiedere alla realtà della Rete di creare istituzioni nuove e credibili in tempi così brevi».

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro