Scrissi qualche mese fa che il problema delle analisi politiche di Giuliano Ferrara è che non si può orientare la propria visione del mondo sul non volerla dare vinta a Eugenio Scalfari e altri che ti danno ai nervi: c’è un problema di proporzioni, di ambizioni e di visioni. Di futuro e passato, di grande e piccolo.
Oggi lo stesso direttore del Foglio invece rivendica esattamente l’uso di quella bussola lì. Legittimo, ma la credibilità delle letture conseguenti ne risente.
Se invece io dicessi: bè, l’hanno incastrato, hanno devastato la sua immagine, basta combattere, se ne deve andare, in quel caso a festeggiare sarebbero, nell’ordine, Scalfari alla ricerca di Dino Grandi (e ha perfino trovato un Grandi potenziale in Giorgio Napolitano!); il caravaserraglio dei moralisti un tanto al chilo filosofico (quelli che leggono Kant e anche Eva Kant per addormentarsi subito dopo); il partito dei magistrati che ci ha impiccato alle accuse di omicidi, stragismo, corruzione, prostituzione minorile variamente comminate a Andreotti, Carnevale, Mannino e Berlusconi; e infine una parte politica incapace di formulare idee e programmi, e di attrezzare una politica degna del nome di sinistra (del centro non parlo nemmeno, è uno spazio residuale). Vedi che di questo risultato non sarei contento.
Premio “straw man argument” del mese, bravo.
L’articolo è così breve (www.ilfoglio.it/soloqui/10446) che non riportarlo per intero è chiaramente intenzionale. La seconda parte (che citi) dipende direttamente dalla prima (che ometti). A leggerlo tutto, dimostra che il buon Ferrara ne ha parecchio da raccontare, su visioni (di un sistema democratico civile in cui Berlusconi ha delle scuse da presentare) e proporzioni (a proposito di magistratura e giornali, per esempio).
Opinioni contestabilissime per carità. Ma bisognerà fare un po’ più di fatica per contestarle, troppo comodo tagliare un pezzo di articolo e citarlo fuori contesto (Travaglio docet?).
Perchè gli da tanto fastidio il moralismo a Ferrara? Sempre lì a minimizzare cinicamente. Perchè questo è il vero tallone d’Achille del berlusconismo – e Repubblica e Scalfari l’hanno individuato da tempo -. Quello che può togliergli il restante consenso nascosto di quella parte del paese vecchia e malata, come lui, che ancora lo sosterrebbe.
La butto lì, non è che semplicemente c’è mancanza di buona fede?
Come già ho scritto in un altro commento da queste parti, penso che aver contribuito (diffondendo balle dietro alle quali celare l’evidenza, creando alibi alle piccole meschinità individuali) a portare l’Italia fino a queste condizioni per antipatia personale, sia una colpa grave, con l’aggravante degli stupidi motivi.
Credo che a Ferrara dovrebbe essere chiesto di pagare la sua parte del conto.
Sempre così in punta di penna con gente come Ferrara, che ha responsabilità enormi per l’era Berlusconi, che ha sempre difeso, mi sembra un atteggiamento un poco opportunista di questi tempi e vista la drammaticità della nostra situazione economica e politica.
Esattamente, il Ferrara fa sempre così: per questo non ha neanche senso ascoltarlo. Secondo me anche la svirgolata antiabortista aveva la stessa natura. Mi chiedo perché non venga declassato al livello di un Capezzone qualunque. Anche su queste pagine per esempio: perché gli si da retta? L’articolo di un Capezzone verrebbe commentato? No. E perché Ferrara allora?
Ma infatti non c’è nessun motivo per prendere sul serio quello che dice Giuliano Ferrara, e non da oggi.
se avete sentito cos’ha detto un paio di giorni fa durante quella cosa che fa su rai 1 le ipotesi son solo due: o delira o è in malafede.
non credo soffra di alcuna patologia psichiatrica.
ferrara in malafede? ma nooooooo. suvvia! ma come fate anche solo a pensare una cosa del genere…dai!