Gli Stone Roses si erano sciolti nel 1996, e quando l’autunno scorso – erano passati 15 anni – hanno annunciato un nuovo tour per quest’estate, la notizia è stata accolta in parte da trattenute grida di eccitazione, e in parte da “i chi?”.
Gli Stone Roses sono di Manchester e diventarono la cosa più grossa del rock britannico alla fine degli anni Ottanta: furono adorati (da cui le trattenute grida di eccitazione, ché gli adoratori ormai sono troppo vecchi per gridare sul serio in pubblico), fecero mille casini con le case discografiche (una volta, insoddisfatti di un video andarono negli uffici e dipinsero i muri e le facce del boss e di sua moglie: poi distrussero un paio di automobili, e vennero arrestati), arrivarono a fatica al secondo disco, e poi ognuno se ne andò per i fatti suoi, un po’ maldestramente. Furono l’ultimo mito rock inglese, e rimasero dei simboli a Manchester, dove alcune loro canzoni divennero persino inni da stadio. Per le due date di Manchester della settimana scorsa, 150 mila biglietti sono stati venduti in un quarto d’ora, e ne è stata aggiunta una terza. Il 17 luglio suonano a Milano all’ippodromo, e sarà bello esserci quando attaccano “Sometimes I, fan-ta-size!”.