Il nuovo sito del Corriere è diventato presto lo zimbello di lettori e addetti ai lavori: molti lettori lo hanno criticato perché brutto, molti giornalisti lo hanno trovato assurdo e sventato. Entrambe le critiche sono legittime (in parte io le condivido), basta avere presenti un paio di cose. La prima è che nei dati Audiweb di marzo rispetto a febbraio Corriere.it ha perso solo l’8% dei visitatori unici, un dato “normale” nella fluttuazione da un mese all’altro (la Stampa ha perso il 5%, per esempio). Ma ha perso il 30% delle pagine viste, che invece è un chiaro guaio. Vuol dire quindi che il sito non ha subito il tracollo di cui si legge, ma che ha un problema: I visitatori arrivano ancora ma cliccano su un minor numero di pagine.La seconda cosa è che la nuova homepage del Corriere non è questa balzana invenzione dei responsabili del sito del Corriere, che sono impazziti o rincitrulliti facendo una cosa assurda e mai vista di cui sghignazzare pensando di saperla lunga. Impostazioni del genere sono state introdotte da circa un anno in molti siti di news americani, con ragionamenti argomentati e strutturati: sono quelle che io chiamo le “homepage coi quadratoni”, in cui ci sono molte immagini con spazio equivalente, salta la gerarchia tra le diverse news, e tutto è pensato per funzionare meglio sul mobile e privilegiare i contenuti più “virali”.Poi può non piacere (a me non piace), ma non si può condividere che un sito e un giornale abbiano un problema di ripensarsi e reinventarsi, e quando lo fanno giudicare dal giorno dopo perché qualcuno si è perso nel cambiamento. Vedremo più avanti, se il Corriere avrà avuto ragione o no, in termini di traffico.Le obiezioni fondate invece sono due, di incoerenza di questo approccio: una è che i siti americani che sono andati in questo senso non sono I siti di grandi giornali generalisti, come il Corriere, dove in molti andiamo per vedere cosa è successo e valutarne rilievo e importanza e