La precipitazione nel dare notizie per primi e la competizione su questo ha generato e genera ogni settimana molti errori e disastri da parte dei siti di news: basti citare il “Morto Nelson Mandela, il padre dell’apartheid”, o le mille morti annunciate di Fidel Castro, eccetera. Quindi bisogna aspettare, verificare, essere sicuri, e se non si è sicuri spiegare eventualmente che non si è sicuri e quali sono le informazioni certe e quali no. Ed è vero che la gara a chi l’ha etto per prima è visuuta più nelle redazioni che tra I lettori, che quasi mai ci fanno caso.Però dobbiamo sapere che arrivare secondi, o terzi, o ventesimi, per aver volti aspettare, controllare, verificare ha un costo, quando la notizia è vera: e non solo il beneficio di credibilità di non aver detto una cosa falsa quando è falsa. Perché la diffusione repentina e gigantesca che le notizie “breaking” hanno sui social network crea volumi di traffico enormi e preziosissimi per chi ne è veicolato. E se dopo un’ora di attese e controlli il Post annuncia che davvero Fidel Castro è morto, stavolta, a quel punto tutti quanti lo avranno già saputo da mille e mille altri tweet e post di facebook, e cliccato verso altri siti: anzi, molti commenteranno “e arrivate ora?” (per non dire di quelli che di alcune notizie non date perché false, restano poi convinti che si sia “preso un buco” visto che tutti gli altri le avevano e non le hanno mai smentite).
20. Prendere un buco è un problema?