Vergognarsi un po’

(avevo scritto questa cosa quattro giorni fa, con un carico di esasperazione troppo inadeguato e personale, e ho accantonato: ma poi ogni giorno mi tornano da pensare le stesse cose, prendetene gli impliciti auspici più che l’esibita delusione)

Il livello di stupidità a volte è disarmante e paralizzante. Disarmante perché fa sentire inutile qualunque sforzo uno possa essere tentato di fare in direzione di qualche ragionevolezza. Paralizzante perché crea una sproporzione di piani per cui lo stesso parlarne fa immediatamente sbandare verso la stupidità, e verso la sua oscena distanza dalla drammaticità delle cose di cui si dovrebbe parlare.

Ma quelle cose, e tutti noi, vanno protette anche dalla stupidità (forse soprattutto), e ogni giorno uno cerca di liberarsi da quella paralisi: io faccio una gran fatica ogni giorno. Ci riprovo ora.

Non è possibile – è stupido – che la strage quotidiana a Gaza diventi argomento di dibattito nella forma di polemica su Mara Venier, o sull’irredimibile baraccone della Rai e della sua dirigenza. Non è possibile – è stupido – che si imponga una par condicio delle stragi e delle vittime per cui ogni volta che ci si rammarica di una se ne debba citare un’altra, umiliando ogni sincera sofferenza e facendola diventare artificiosa tifoseria, ics sulle caselle. Non è possibile – è stupido – che si imponga a chi è preoccupato, indignato e disperato per le decine di persone uccise oggi di ricordare sempre le decine di persone uccise ieri, o viceversa. Non è possibile – è stupidissimo – che il desiderio che le persone non siano uccise sia messo in ombra e minoranza da un’inclinazione sempre più diffusa e contagiosa a esibire una propria partigianeria, vissuta come strumento di esistenza pubblica, competizione personale e vanità. E quanto è stupido attribuire anche agli altri il proprio stupido sistema di misura delle cose. Non è possibile – è stupido – che lo scandalo per un massacro di innocenti, il più naturale scandalo per un massacro di innocenti, sia accusato di simpatia per gli assassini. E non è possibile – è stupido – che i massacri di innocenti avvicinino a una simpatia per gli assassini. È incredibile – più che stupido – che lo scandalo per la violenza e l’uccisione di persone, di persone, si fermi davanti a un confine e diventi avallo per la stessa cosa. È spettacolarmente stupido ignorare i massacri e le stragi, negarne la gravità e la sofferenza, rimuoverle dai propri sentimenti, per un malinteso schieramento culturale. L’assoluzione degli assassini, la rimozione sotto il tappeto o sotto le macerie delle vittime, cancella ogni pretesa superiorità morale: la superiorità morale si ottiene e si dimostra ogni giorno, o la si perde. Ed è vergognosamente stupido pretendere dichiarazioni di simpatia e solidarietà da chi quelle simpatia e solidarietà le vive dentro di sé ogni giorno, da anni, da decenni, e non deve nessuna esibita ammissione a nessuno. Quanto sono stupide la presunzione di conoscere le solidarietà vere e le vicinanze vere, e la supponenza di sapere quel che non è scritto sui social network. E quanto è stupido dichiarare “propri” i morti innocenti, come se fossero punti di vittimismo da assegnarsi nella gara. E come è facile, e stupido, litigare e impuntarsi sul termine con cui definire dei massacri, delle persone uccise, come se quella parola cambiasse i massacri e le morti, come se li cambiasse. Come è facile ridurre tutto ad accuse di -ismi, a parole astratte che annientano i fatti e sollevano dal discutere dei fatti: diventare propaganda. Quanto stupido e scellerato – e vincente – è lo sforzo dedicato a costruire torti anche intorno alle ragioni, ad avvilire le sofferenze e le vittime, a deprezzare le solidarietà più nobili. E quanto è stupido pure scrivere queste cose, per debole sfinimento, per vergogna del proprio silenzio, per illusione-di, unendosi alla generale perdita delle proporzioni e del senso della propria insignificanza.
Poi la stupidità forse ha vinto, ma chiamiamola col suo nome e con l’imbarazzo che meritiamo.

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