– Domani venerdì si riunisce a Roma la Direzione Nazionale del PD: dovrà approvare il cosiddetto “regolamento congressuale”, ovvero l’insieme di norme che definiscono il percorso verso l’elezione del nuovo segretario, a ottobre, così come lo avevo sintetizzato qui. La bozza di queste norme che è stata elaborata e sta venendo discussa dalla struttura organizzativa del PD è un ulteriore garbuglio di regole e regolette che hanno come traccia generale il tentativo di tenere le decisioni il più possibile sotto controllo da parte degli organi esistenti. Che non è un’idea sbagliata a priori – non consegnare le decisioni importanti ai capricci dei passanti, ma farle seguire dai responsabili del partito – a meno che non si esageri: e un po’ si sta esagerando, mi pare. Vedremo se questa bozza potrà essere migliorata da qui a venerdì.
– Intanto si sono candidati Franceschini, Bersani e Adinolfi. Franceschini ha chiesto nuovi consensi sulla base di annunciate svolte verso il ricambio e un nuovo corso, al momento non suffragate da alcun elemento di credibilità. Un uomo che è stato il numero due per tutto il fallimentare 2008 del PD può essere convincente in questo senso solo con garanzie concrete chiare e immediate: io non so quali, ma spero a lui vengano in mente.
– Bersani ha una sua base, e delle sue capacità che lo renderebbero forse un buon ministro. Ma quanto a guidare un partito, la storia sua e quella di chi gli sta intorno è una storia che fa chiamare i vigili urbani per tenerli alla larga. Hanno solide esperienze che possono servire, ma un’idea del mondo e del futuro che è ardito definire un’idea. E i loro tentennamenti traffichini e minacciosi in questi mesi sono tutto quello da cui molte persone stanno cercando di salvare il PD.
– Poi c’è la variabile Debora Serracchiani, il più grosso e inatteso elemento di potenziale scompiglio del quadro. Lei è brava, è stata brava, ha un solido curriculum politico e una forte legittimazione popolare. Chi le cerca limiti o difetti è costretto a inventare cose implausibili. Chiunque la senta parlare capisce che è preparata assai più della media del gruppo dirigente del PD. In molti la stanno tirando per la giacchetta e lei sta cercando di capire cosa sia più saggio ed efficace. Io ci ho parlato molto in queste settimane e mi fido che qualunque scelta faccia, ci avrà pensato bene e si sarà convinta che sia la migliore per il PD.
– In tutto questo, sabato ci troviamo al Lingotto di Torino con un gruppo di persone con cui lavoriamo da molto tempo a un progetto di rinnovamento della sinistra italiana, e che ha avuto come ultima tappa quella bella riunione a Piombino che ha valso al gruppo l’allegro nome di piombini. Al Lingotto abbiamo pubblicamente invitato chiunque abbia a cuore questo progetto, nelle forme più diverse a cui stiamo poco a poco trovando una sintesi. Quando si è quattro, il programma è chiaro; quando si è tanti, la sua sintesi ed elaborazione è più ricca e lunga. Abbiamo detto una volta che volevamo un PD laico, moderno, democratico e di sinistra, sempre da lì partiamo (e non ci pare poco). Qui rinnovo l’invito a venire a Torino sabato: le richieste di intervento sono già tantissime e non riusciremo a farcele stare tutte: alcuni volenterosi stanno lavorando serratamente all’organizzazione della giornata perché ne escano più cose possibile. Non siamo lì a decidere un candidato alla segreteria, ma non sappiamo neanche bene per cosa siamo lì, se non per vederci, contarci e cominciare a capire cosa vogliamo. La questione del candidato alla segreteria sarà affrontata quando le persone che stanno “mettendo un dito qui sotto” si convinceranno che sarà venuto il momento di affrontarla, o che ha una risposta convincente. Io per esempio al momento non ce l’ho, anche se ci sono un paio di persone che mi darebbero fiducia se mi dicessero “ok, ci proviamo”: anche assieme, anche subito. Ma so anche che il rischio “contro i mulini a vento” è altissimo per chi non sia un concorrente di primissimo piano.
– Secondo me, sarà bello, sabato al Lingotto. Si annunciano molte persone e molti ospiti interessanti o interessati. Io sono molto curioso. E suggerisco a tutti quelli che poi nei mesi a venire diranno la loro sul PD, chiederanno, criticheranno, proporranno, di esserci. Se non altro per sentirsi più legittimati a criticare o a suggerire di fare questo o quello.
Chi non fa non falla.
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