Perdenti

“È l’annuncio del tentativo di mettere le mani sul servizio pubblico da parte del PdL”, ha detto Walter Veltroni a proposito del voto di ieri sulla Commissione di Vigilanza Rai. La frase forse è stata mal riportata: il tentativo di mettere la mani sulla Rai da parte del centrodestra data ormai a qualche lustro fa. Veltroni fa bene a esserne allarmato, e a cercare di combatterlo, basta che non pensi di arginarlo chiudendo a chiave la porta mentre bombardano il tetto.
La battaglia condotta in questi mesi dal PD sulla presidenza della Vigilanza ha superato la soglia della tollerabilità e della comprensibilità da parte degli elettori. Fateci caso, su nessun tema – economia, giustizia, Alitalia, immigrati, diritto alla vita e alla morte – il PD si è speso e messo di traverso quanto su questa poltrona di puro capriccio (il presidente passerà poi le sue giornate a mandare scandalizzati comunicati stampa sui minuti concessi al centrosinistra nei tg) a cui destinare il rappresentante di un partito ex alleato.
Per sottrarre la Rai ai desideri egemonici del centrodestra, la soluzione è cambiare la Rai. La soluzione è – come ha scritto qualche giorno fa Carlo Rognoni – battersi per cambiare la legge Gasparri, per cominciare. Non, viceversa, rimanere ancora sul terreno trafficone delle nomine e contronomine da scambiarsi. Non impuntarsi su un nome che – rispettabilissimo – non ha nessuna competenza particolare sulla materia, non appartiene al tuo partito, ed è indigesto alla maggioranza che si permette addirittura di mettere il PD alla berlina, come è avvenuto ieri. Ieri la maggioranza ha fatto una pagliacciata che non si sarebbe dovuta permettere (una pagliacciata, non “regime”: sarebbe il primo regime che fa eleggere un uomo dell’opposizione): ma è una pagliacciata che il PD si è cercato, legittimata dalla scellerata e perdente ostinazione di non volersi accordare su un altro candidato – e ce ne sono, di brave e competenti persone da proporre – in nome di intenzioni che le persone normali, fuori dalla Rai, dalla politica e dai giornali, non riescono a capire. Mentre le persone dentro vanno dicendo che a Di Pietro non gliene freghi niente, di Orlando. O anche che il PD miri a tirarselo in casa, Orlando, una volta piazzato. O che nessun altro sia disponibile a restare con le pive nel sacco dopo tanta insistenza. Si dicono cose pettegole e poco belle, che non sono considerabili in una discussione seria dentro un partito serio.
Che dovrebbe fare una sola cosa, dignitosa, saggia e vincente: proporre alla maggioranza degli altri nomi, ottenere che un buon candidato occupi quel posto, e poi battersi per cambiare la Rai, il suo funzionamento, e soprattutto il modo con cui la politica l’ha devastata in questi decenni: e non solo quella di destra.

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