Crash into me

Non credo che Dave Matthews sfonderà più in Europa, ormai. E va anche bene così: è rassicurante sapere che ci sono dei grandi successi americani che qui non passano, punto. Certo, uno preferirebbe fosse il caso di Lily Allen, ma le eccezioni confortano comunque.
In una recente lista di Billboard, Dave Matthews sta tra i dieci artisti che hanno venduto più dischi negli Stati Uniti nell’ultimo ventennio (trentatré milioni, quanto gli U2). Eppure, da noi nessuno conosce lui e la sua band, e anche in America in pochi sanno ricordare una sua canzone.
Perché la Dave Matthews Band è una bella eredità di altri tempi del rock: sono grandi musicisti, coltivano un culto adorante e il mito del tour e degli assolo. Più che canzoni, fanno musica. Il loro disco dal vivo dell’anno scorso sembrava tirato fuori dagli anni Settanta. Più appassionati e anacronistici di loro ci sono solo i Phish, altro fenomeno del genere tipicamente americano. Il nuovo disco della DMB è appena uscito, si chiama “Big Whiskey and the GrooGrux King”, ed è dedicato a LeRoi Moore, lo storico sassofonista morto l’anno passato, dopo aver messo per vent’anni il suono più anomalo e identificabile nel rock della band (che però si è nutrito anche di violini, di suoni jazz, di leggerezze pop). Non sfonderanno più in Europa ormai: ma questo, a voi snob là fuori, non può che far piacere.

update: Lily Allen è inglese, già. Esempio del piffero, scusate.

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