Dai, basta

Il sindaco di Milano intitolerà la Stazione Centrale di Milano a Santa Francesca Cabrini.

update: un anno fa ci aveva provato con l’aeroporto; dopo toccava passare alla fermata del 29.

update 2: l’aeroporto ora vuole intitolarlo a Caravaggio, invece.

update 3: niente, Caravaggio se lo sono presi a Bergamo.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

8 commenti su “Dai, basta

  1. Sop

    Oddio, non conoscevo (e non conosco) questa signorina Cabrini, è pure patrona dei migranti, quindi una stazione o un aeroporto possono pure andare bene.
    Non mi pare ‘na stronza, per cui intitolarne una struttura sia qualcosa se non scandaloso, anche solo spiacevole.

  2. Pingback: Dai, basta | Fatti di Sicilia

  3. alex

    @Sop
    No, il problema non è il santa, ma l’ipocrisia di questa giunta razzista (perché una giunta che nega a dei cittadini italiani degli alloggi popolari a cui avrebbero diritto e lo fa perché sono rom non merita altro nome). Questo senza entrare nella questione della laicità dello Stato, perché tanto mi sembra di capire che per te è tutta fuffa.

  4. Sop

    Mi sfugge, in questo contesto, la necessità di contrapporre una azione di una giunta con un’altra azione della stessa giunta. Immagino che uno possa fare delle scelte sbagliate, e delle scelte valide (o comunque non del tutto sbagliate) senza venir tacciato in queste e censurato in queste per le scelte sbagliate.

    Se, poniamo, mi piacesse bere vino con grande larghezza ed esagerazione, e poi consigliassi la temperanza nel consumo degli alcolici, potrei essere tacciato di predicare bene e razzolare male: il mio consiglio perde valore per il mio comportamento, ma non per la sua bontà intrinseca. L’ipocrisia, è stato detto, è il pegno che la virtù paga al vizio: un ipocrita potrà non avere forza e volontà di accostarsi a quanto dice: ma distingue bene che quello che dice è valido, e questo è giù un piccolo punto di partenza.

    Ora, essendo la “santità” una cosa che riguarda solo coloro che credono in certe cose, e per gli altri è un sovrappiù che ha poco significato, si dovrebbe ragionare così: questa signorina (non “questa santa”) ha fatto qualcosa che meriti addirittura che le venga intintolato un’importante struttura civile? Questo qualcosa che ha fatto è inerente in qualche maniera al fatto che questa struttura civile sia una stazione dei treni o un aereoporto?
    O è preferibile ridicolizzare la scelta solo perché fatta da una signora cotonata e tendente alla bigotteria?

  5. franco

    A me hanno insegnato che ci deve essere coerenza fra pensieri, atteggiamenti e azioni (anche perchè sono concatenati l’uno all’altro). Personalmente io vedo un po’ di conflitto fra le due decisioni, negazione della casa per motivi razziali e intitolazione di una struttura (fosse anche solo di una via) a chi contro questo modus operandi si è battuto. Sarebbe interessante se fosse un primo passo in una direzione diversa ma temo che sia solo un modo per lavarsi la coscienza (ammesso di averne).

Commenti chiusi