Finiani, io conto fino a tre

Guardo con curiosità e diffidenza ai movimenti dei finiani fino da quando sono nati. La curiosità deriva dal fatto che hanno detto da destra cose condivisibili, che hanno introdotto un elemento di novità nella politica italiana, che ho stima per Flavia Perina. La diffidenza deriva dal fatto che ne hanno fatte moooolte meno di quelle che hanno detto, che la novità nella pratica non si traduce in cambiamenti di rotta apprezzabili da parte della maggioranza, che non ho stima per altri dentro quel gruppo di cui conosco i precedenti e i presenti.

Il discrimine adesso è tutto in una sola cosa, che fa pendere la bilancia tra le parole e i fatti da una parte o dall’altra: non esiste una ragione al mondo per cui una destra rispettabile, persino con tutte le valutazioni strategiche e le consonanze di programma, possa giustificare e spacciare come credibile la sua partecipazione all’attuale governo. Non puoi continuare a dire le cose che dici di Berlusconi ed essere complice della sua sopravvivenza politica e della catastrofe che ogni giorno viene inflitta all’Italia. “Cosa c’è dopo?” è una domanda paracula e strumentale. Adesso c’è quello che vediamo e i finiani sono al governo, dopo c’è quello che faremo in modo ci sia. E il momento è questo, la vita è adesso. Io conto fino a tre.

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7 commenti su “Finiani, io conto fino a tre

  1. ilbarbaro

    Come ha detto qualcuno a proposito della promessa (non mantenuta) dei dieci giorni per la monnezza, bisogna vedere da dove si comincia a contare.

  2. piti

    Noto che le prese di posizione chiare avvengono solo dopo. Dopo uno schifo, uno scandalo, una presa d’atto a posteriori.
    Insomma, si abbandona la nave quando l’hanno capita tutti che non navigherà più. Non quando si sapeva che aveva delle falle ma teneva il mare.

  3. ilmetapapero

    Ora io capisco che avendo contribuito fattivamente alla lobotomizzazione del paese negli ultimi 16 anni si trovi un po’ in difficolta’, perche’ ca va sans dire, in un paese civile un premier (o ministro o chicchessia funzionario pubblico) fa pressioni sulla polizia innescando un conflitto con la magistratura si dimette senza passare dal via, e se non lo fa ci pensano i suoi deputati e alleati a farlo al posto, pero’ insomma se vuol passare dalle parole ai fatti, e sarebbe il caso, ecco gli saremmo grati, e magari ci dimenticheremo pure del suo grazioso soprannome ai tempi di Acca Larenzia

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