Il sindaco di Milano intitolerà la Stazione Centrale di Milano a Santa Francesca Cabrini.
update: un anno fa ci aveva provato con l’aeroporto; dopo toccava passare alla fermata del 29.
update 2: l’aeroporto ora vuole intitolarlo a Caravaggio, invece.
update 3: niente, Caravaggio se lo sono presi a Bergamo.
Il Caravaggio per l’Aeroporto dovremmo averglielo soffiato noi di Bergamo…
http://www.bergamonews.it/bergamo/articolo.php?id=29583
Oddio, non conoscevo (e non conosco) questa signorina Cabrini, è pure patrona dei migranti, quindi una stazione o un aeroporto possono pure andare bene.
Non mi pare ‘na stronza, per cui intitolarne una struttura sia qualcosa se non scandaloso, anche solo spiacevole.
Ah, capito. “Santa”. E’ quello che è storto?
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@Sop
No, il problema non è il santa, ma l’ipocrisia di questa giunta razzista (perché una giunta che nega a dei cittadini italiani degli alloggi popolari a cui avrebbero diritto e lo fa perché sono rom non merita altro nome). Questo senza entrare nella questione della laicità dello Stato, perché tanto mi sembra di capire che per te è tutta fuffa.
Mi sfugge, in questo contesto, la necessità di contrapporre una azione di una giunta con un’altra azione della stessa giunta. Immagino che uno possa fare delle scelte sbagliate, e delle scelte valide (o comunque non del tutto sbagliate) senza venir tacciato in queste e censurato in queste per le scelte sbagliate.
Se, poniamo, mi piacesse bere vino con grande larghezza ed esagerazione, e poi consigliassi la temperanza nel consumo degli alcolici, potrei essere tacciato di predicare bene e razzolare male: il mio consiglio perde valore per il mio comportamento, ma non per la sua bontà intrinseca. L’ipocrisia, è stato detto, è il pegno che la virtù paga al vizio: un ipocrita potrà non avere forza e volontà di accostarsi a quanto dice: ma distingue bene che quello che dice è valido, e questo è giù un piccolo punto di partenza.
Ora, essendo la “santità” una cosa che riguarda solo coloro che credono in certe cose, e per gli altri è un sovrappiù che ha poco significato, si dovrebbe ragionare così: questa signorina (non “questa santa”) ha fatto qualcosa che meriti addirittura che le venga intintolato un’importante struttura civile? Questo qualcosa che ha fatto è inerente in qualche maniera al fatto che questa struttura civile sia una stazione dei treni o un aereoporto?
O è preferibile ridicolizzare la scelta solo perché fatta da una signora cotonata e tendente alla bigotteria?
“aeroporto”, naturalmente. Ma in sto coso non si può editare?
A me hanno insegnato che ci deve essere coerenza fra pensieri, atteggiamenti e azioni (anche perchè sono concatenati l’uno all’altro). Personalmente io vedo un po’ di conflitto fra le due decisioni, negazione della casa per motivi razziali e intitolazione di una struttura (fosse anche solo di una via) a chi contro questo modus operandi si è battuto. Sarebbe interessante se fosse un primo passo in una direzione diversa ma temo che sia solo un modo per lavarsi la coscienza (ammesso di averne).