Rituali sportivi

Il paradosso è che la “giustizia sportiva” è congegnata psicologicamente per non risolvere il problema della violenza nel calcio, anzi per tenerlo in vita ed eludere ogni soluzione. Il meccanismo è noto: succede una cosa intollerabile, come domenica a Genova (o peggio in altri casi), tutti ci indigniamo, scriviamo articoli, protestiamo nelle conversazioni con gli amici, chiediamo interventi e soluzioni. Allora arriva la squalifica del campo. E così voltiamo pagina, fino alla prossima.

La decisione del giudice sportivo è una specie di sanzione, di rimozione del problema: bene, gli abbiamo dato due giornate a porte chiuse, la questione è sistemata. Sappiamo che l’abbiamo solo messa sotto il tappeto, ma intanto sappiamo anche di averla tolta dall’orizzonte, in modo da tornare a guardare le partite senza impacci. La squalifica del campo, e le eventuali punizioni per gli iscritti, sono il modo con cui deleghiamo a un riparagomme un guaio enorme e radicato, lavandocene le mani. La notizia delle decisioni rimpiazza quella sui misfatti, soddisfazioni sostituiscono le indignazioni, tutto torna come prima, compresa la prossima violenza.

Così, per dire, come funzioniamo.

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13 commenti su “Rituali sportivi

  1. dalecooper

    La violenza nel calcio si risolve se si sciolgono i gruppi ultras. E i gruppi ultras si sciolgono se si impedisce l’ingresso degli striscioni in campo. Tutti gli striscioni e gli stendardi vanno aboliti dagli spalti.
    Ovviamente ci sono altre misure da prendere ma questa ha un rapporto’ efficacia/costi vantaggiosissimo. Lo striscione, per l’ultras, e’ l’elemento principe di identita’.
    La Melandri era stata ben consigliata, su questo tema, ma poi fece un’inaspettata marcia in dietro. Segno che le connivenze e le lobby tifose sono ad altissimo livello.

  2. luca

    @Dale
    Ma davvero pensi che i gruppi ultras si scioglieranno se si prenderà la decisione di vietare gli striscioni?
    Mi sa che tu non hai mai visto da vicino quei personaggini lì… Sciarpe, magliette, felpe, adesivi, ma soprattutto le leggende metropolitane su certi gruppi di ultras e sulle loro “prodi gesta” che, sia chiaro, avvengono in special modo fuori e non dentro gli stadi, mostrano con tutta evidenza che esiste una minoranza violenta di tifosi in ogni curva, con cui è impossibile relazionarsi, ovvero, se ci provi partono le mazzate…

  3. palm_1975

    Le poche volte in cui ho messo piede allo stadio (l’Olimpico) mi sono reso conto di due cose:
    1_ di come sembrasse che la mia normalissima vita, fino a quello spazio fisico in quella giornata di calcio, fosse una serie di gesti ridicoli e illusori che con perseveranza non indotta portavo avanti (invece) con profonda convinzione: non sporcare, non gettare nulla (cicche comprese) per terra, avere rispetto nei confronti degli altri nel quotidiano, guidare con correttezza, rifuggire dall’arroganza e dalla presunzione; in poche parole sentirsi pro-attivo dentro un contesto civile e sociale. Lì attorno invece la peggior specie di anarchia, una gigantesca zona off-limits dove tutto è consentito e niente vietato, tutti (vogliate consentirmi di generalizzare, a questo punto) implicitamente o esplicitamente d’accordo con questo stato dell’arte.
    2_ di come fosse lunga, in salita e faticosa la strada per provare a cambiare questa situazione, che ovviamente le sole barriere fisiche (tornelli) non ne distinguevano i tratti dal dentro (lo stadio); la materia, quella.
    E come è stato già detto da qualcuno, non esisterebbe il Trota senza questo paese.

  4. Pingback: Chi fa cosa | Wittgenstein

  5. mashiro

    Te la metto giù facile, perché uno va a vedere una partita di calcio? o perché gli piace il calcio o perché tifa una delle squadre che giocano.
    Se ci vai perché ti piace il calcio vuoi vedere spettacoli di primordine, in Italia va già bene se ci sono sufficenti partite di livello per fare i posticipi.Da Genoano ricordo non più di 10 partite memorabili in 5 anni e la metà sono derby vinti che magari visti da neutrale non sono manco tutte ste partite spettacolari.
    Se ci vai perché tifi una squadra, devi poter tifare.Se ti dicono che birra niente, sigarette niente,stai seduto, non gridare, non ti incazzare…non ci vai.E’ facile eh.
    Di qui gli ultras tifano in modo sopra le righe: infatti fanno coreografie,cantano,sventolano bandiere o accendono fumogeni, scrivono-anzi sarebbe meglio dire scrivevano- striscioni di sfottò, eccetera. Il rovescio della medaglia è che per loro il senso di appartenenza loro si sentono in diritto di contestare sopra le righe, di comandare in curva con metodi più o meno democratici e di difendere il loro territorio.
    Le alternative 2 sono o si accettano così come sono o non si accettano.
    salut
    mashiro

  6. Silenzia

    L’angolo intellectual sborone:
    Gli ultrà sono la vendetta dei Fanciulli allo stadio di Umberto Saba?

    Galletto
    è alla voce il fanciullo; estrosi amori
    con quella, e crucci, acutamente incide.

    Ai confini del campo una bandiera
    sventola solitaria su un muretto.
    Su quello alzati, nei riposi, a gara
    cari nomi lanciavano i fanciulli,
    ad uno ad uno, come frecce. Vive
    in me l’immagine lieta; a un ricordo
    si sposa – a sera – dei miei giorni imberbi.

    Odiosi di tanto eran superbi
    passavano là sotto i calciatori.
    Tutto vedevano, e non quegli acerbi.

  7. luno

    hanno ragione quelli che dicono che sciogliere i gruppi ultras e’ l’unico rimedio alla violenza. in UK per eliminare il problema hooligans non hanno messo i tornelli o la tessera del tifoso, hanno semplicemente sciolto i gruppi non riservandogli piu’ i posti allo stadio e resituendolo a quelli che vogliono solo andare a vedersi una partita, e magari portarci in tranquillita’ figli piccoli. ma qui si sconta l’incapacita’ dei vari dirigenti sportivi che, come del resto i politici o grandi manager, non sanno ma sopratutto non hanno nessuna voglia di impegnarsi per risolvere il problema. prendete la riforma fornero, risolve qualche cosa ? no, e’ il solito pastrocchio che non risolve nulla e non scontenta troppo., e cosi’ lo sono i tornelli, il biglietto nominativo, la tessera del fifoso, il daspo ecc ecc …. palliativi inutili

  8. mashiro

    @luno la gente allo stadio a Genova non ci viene(non è vero 20’000 paganti su 33’000 posti disponibili al Ferraris) perché un biglietto di Gradinata costa 25 euro. Per 3 fa 75.
    Con la crisi che c’è 75 euro di biglietti per vedere la quartultima squadra del campionato me li tengo in tasca.
    Lo Juventus stadium è tutto esaurito eppure i gruppi ultras juventini si sono accoltellati non più tardi dell’ultimo ritiro della Juve e se non ricordo male si sono pure picchiati tra loro per il controllo della curva…
    salut
    mashiro

  9. luno

    @mashiro se vuoi tenerti i gruppi ultras con i loro coltelli, l’onore e tutto l’armamentario di cazzate, motorini che volano dagli spalti….. ok. ho avuto la fortuna per lavoro di essere a londra e andare a vedere una partita del chelsea, e’ un’altro mondo. sul caro biglietti sono d’accordo, mio padre da piccolo mi portava sempre allo stadio e spesso anche in trasferta in lombardia e veneto. oggi io non potrei permettermelo con mio figlio.

  10. Carlo M

    e cmq si possono sciogliere i gruppi ultrà con il loro armamentario di patetiche cazzate (sono d’accordo) e allo stesso tempo tenere bassi i prezzi dei biglietti. non vedo alcuna contraddizione fra le due cose.

  11. mashiro

    @luno avessi il potere di fare le leggi che regolamentano la vita negli stadi farei un sacco di cose ma sicuramente non eliminerei i tifosi più appassionati.Quindi si io mi tengo i gruppi ultras.
    E’ l’Inghilterra che è un mondo diverso e la Premier è un contesto diverso non fosse altro che è il campionato più seguito al mondo,quello che più si somiglia alla NBA.
    Ciò detto se tu eri piccolo solo che 15 anni fa, a prescindere dalla squadra che tifavi e andavi allo stadio serenamente vuol dire che i temibili ultras che 15 anni fa erano un potere inossidabile e non molto represso non sono poi così temibili e pericolosi.
    salut
    mashiro

  12. dalecooper

    @luca: no, non penso che si scioglieranno solo per questo, ma e’ una condizione necessaria (e non sufficiente). Proprio perche’ li conosco (confermo l’impossibilita’ di relazionarcisi) so quale valore simbolico abbia lo striscione. Sarebbe un primo passo a costo zero ed era stato inserito nella prima versione della legge Melandri.

  13. mashiro

    @ dalecooper falso nella prima versione della legge Melandri c’era che gli striscioni dovevano essere fatti di materiale che non potesse prendere fuoco e autorizzati col fax.Alcuni gruppi si sono rifiutati di chiedere l’autorizzazione e in molte curve(le due di Genova e Napoli tra le altre) gli striscioni dei gruppi non compaiono più da allora.

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