Sparigliamo

Sono giorni in cui l’attesa annoiata per l’inizio del voto per il Presidente della Repubblica genera una situazione tipo il leggendario video di Guzzanti su Naporsocàpo e Amedeo Nazzari. Il contributo di tutti sembra essere quello di inventarsi nomi, fare liste, e sarà sempre peggio, secondo me.
Quindi non mi aggiungo, ma sui nomi che si fanno con maggior frequenza e quelli che verranno dico una cosa, generata da una conversazione online e telefonica con Pippo Civati su  un suo post di ieri in cui proponeva di non farsi ricattare dalla storia del presidente “condiviso” con Berlusconi. Di cui capisco le ragioni e l’insofferenza per il ricatto, ma “noi siamo i buoni” e non dovremmo far seguire le nostre scelte agli imbrogli altrui, quanto ignorarli e annullarli: quella di noi-contro-voi è una partita da rifiutarsi di giocare, non da cercare di vincere oggi e poi perdere domani.
Il problema, qui, è che non stiamo parlando di formare un governo, per il quale la dinamica maggioranza/opposizione è implicita e normale, ma di sette anni di convivenza con un “presidente di tutti”. E so benissimo che molti (molti molti) vivranno anche questa occasione come la possibilità di segnare un punto e portare a casa il risultato per la propria curva – un derby ogni sette anni – ma invece non è il modo in cui io penso sia proficuo vivere i prossimi sette anni, se si vuole cambiare qualcosa. E se c’è una cosa indiscutibile della presidenza di Napolitano è stata la sua capacità di non farsi trascinare dentro la guerra civile che sono stati gli ultimi vent’anni di questo paese: un presidente di sinistra ma che non ha concesso alla destra armi per disegnarlo ai propri elettori come un loro nemico (come era accaduto con Scalfaro).

Non credo sia possibile trovare un candidato “condiviso”: per disdicevole natura di questo paese spacciato, nessun candidato sarà condiviso, in quanto tale. Ma quello da cui credo sia saggio stare alla larga è una nuova occasione di riga per terra e noi contro voi, secondo i canoni che hanno devastato tutti noi in questi anni. Visto che qualunque candidato avrà dei nemici e dei contestatori – sinceri o strumentali – preferisco che ce li abbia sparpagliati secondo criteri meno prevedibili. Che abbia critici ed estimatori a destra, a sinistra e anche altrove. Che aiuti a cambiare la partita. Anche perché un presidente del centrosinistra odiato a destra (e ce ne sono parecchi, tra quelli spinti in questi giorni) è in realtà un’opportunità con cui molta destra mediatico-politica andrebbe a nozze: a loro è piaciuto molto più Scalfaro che Napolitano, per fare le vittime e aizzare i propri lettori-elettori. Per questo forzare un candidato odiato a destra non fa vincere la sinistra e perdere la destra ma fa vincere i forzuti da entrambe le parti e perdere i saggi. Non gli darei questa chance. A questo serve ora il vantaggio del centrosinistra, a fare le cose in un altro modo (“facciamo cose diverse”, dice Civati). Sparigliamo.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

10 commenti su “Sparigliamo

  1. Vittu

    Se possibile sono d’accordo sia con Civati che con lei, nel senso che bisogna considerare la scelta del PdR avendo in mente solo il bene del paese e fuori da logiche di contrattazione, scambio di favori o partigianerie ma anche che nell’intento di Berlusconi c’è solo una richiesta di protezione personale che di fatto lo esclude da ogni possibilità di dialogo. Aggiungo poi che al giochino “non aspettano altro, meglio dargliela vinta” ci ha giocato D’Alema anni fa con risultati noti.
    Piuttosto comincerei a guardare al di fuori del recinto della politica per cercare un candidato che sia capace di raccogliere le istanze di cambiamento che il paese invoca, cosa che Napolitano non è stato in grado di fare, e che sopratutto sia in grado di rispettare i propri concittadini e la loro volontà, altra cosa che Napolitano non ha fatto nell’ultimo anno e mezzo.

  2. splarz

    Napolitano ha firmato, senza colpo ferire, il lodo Alfano, palesemente incostituzionale. L’ha fatto per dare un contentino a Berlusconi, “che tanto me l’avrebbero rimandato uguale”, ha detto in risposta ad un cittadino. Grandi editoriali per spiegare che faceva bene a firmare, che il Presidente “non si deve intromettere”, come se rifiutare la firma ad una legge incostituzionale andasse oltre le sue prerogative. Gli stessi l’hanno poi lodato come un genio quando ha nominato Monti senatore a vita e obbligato Berlusconi alle dimissioni: questo non è intromettersi?
    Napolitano non è stato un buon Presidente: tenero con B, in accordo con la linea Veltroni, è intervenuto tardi per salvare la baracca. Saremmo nella stessa situazione se si fosse “svegliato” prima? Non lo so, ma cercare un accordo con B sul presidente della Repubblica è cosa profondamente stupida: si deve scegliere un garante della Carta Costituzionale, non qualcuno che possa andare bene all’impresentabile destra italiana.

  3. antopicci84

    Secondo Civati l’elezione del PdR servirebbe a compattare il proprio elettorato. Chi non è di sinistra evidentemente non è italiano e non ha diritto a sentirsi rappresentato, o forse è un mezzo italiano, giacché in questo paese chi non è di sinistra è considerato automaticamente un povero mentecatto.

    Ma ha mai pensato, Civati, che se il proprio elettorato si divide su un nome di alto profilo, ma che sta bene anche alla destra, ciò vuol dire che è il proprio elettorato a non aver capito perché e per come, si elegge un presidente della Repubblica. E se non l’ha capito ben faranno quei centoventi a spiegarglielo, e spero che se ne strafottano della piccola minaccia di Civati (vi cito nome e cognome sul mio blog). Hai capito che inciucioni, corrotti, prezzolati che non sono altro questi liberal del Pd: vogliono un presidente della Repubblica che unisca gli italiani. Al rogo.

    @splarz Il PdR PUO’ non firmare solo le leggi palesemente incostituzionali, per le altre è stata creata ad hoc la Corte Costituzionale che seguendo il tuo ragionamento non servirebbe ad un acca.

  4. alx

    Luca, bisogna evitare di fare un presidente di centrosinistra odiato a destra non perche’ andremmo a fornire armi alla propaganda di destra, ma semplicemente perche’ sarebbe SBAGLIATO. Per tutti, non per “loro”.

  5. Michele Mauri

    Civati ragiona come un vecchio funzionario di partito, altro che volto nuovo! Ha ragione lei, Sofri, non serve un’altra “riga per terra e noi contro voi”. Vent’anni di pseudo guerra civile ci hanno portato dove siamo. Ora serve un PdR, se non condiviso, almeno non inviso a una delle parti. I nomi che sono circolati invece generano solo malumori, o addirittura fastidio, almeno in una delle parti. Non va bene. Se ricaschiamo in una soluzione alo Scalfaro sprofondiamo davvero, ammesso che ci sia ancora spazio per scendere. Per trovare una figura non riconducibile alle divisioni che hanno lacerato l’Italia della Seconda Repubblica si deve per forza guardare fuori dal panorama politico. Ma molto al di fuori, non bisogna fermarsi agli apparati vicini allo Stato. La questione del genere è mal posta, uomo o donna poco importa. In questo momento porrei piuttosto una questione anagrafica. Serve una figura vivace, aperta, moderna. Insomma qualcuno che ci faccia presto dimenticare anche Napolitano, perché con tutto il rispetto dovuto all’istituzione, lo ritengo corresponsabile dei molti e gravi ritardi in cui versa questo Paese. Napolitano è stato un conservatore, e lo è fino all’ultimo. Se avesse sciolto il Parlamento dopo le dimissioni di Berlusconi, senza farci passare per la disastrosa gestione Monti, Fornero, Passera & C., forse qualcosa di meglio avremmo ottenuto. Purtroppo, però, temo che Napolitano incarni il vero volto dell’Italia: un paese conservatore che vorrebbe cambiare, ma che quando si presenta l’occasione si arrende alla paura.

  6. odus

    Con la scusa di non darla vinta a Berlusconi, finirà con il solito voto di scambio di marca PD ex PCI dandola vinta all’altro ber Bersani, voto di scambio fintamente avversato anche da Menichini nell’articolo E’ il Quirinale, non il Palazzo d’inverno.
    Mentre Sofri vorrebbe “stupirsi” (leggi il suo articolo”stupitevi”) senza riuscirci.
    Risultato: Civati o non Civati, righe o non righe di L.S., salterà fuori un presdellarep piacente solo ai 9 milioni che hanno votato PD. E gli altri 40 o 50 milioni che si arrangino.

  7. granmadue

    Il profilo che scaturisce da questa descrizione è (di nuovo) un Presidente della Repubblica che “le dà tutte vinte” a Berlusconi. E questo sarebbe sparigliare?
    PS – Ma “paese spacciato” (quarto capoverso) è un lapsus, vero?

  8. tanogasparazzo

    In entrambe gli schieramenti, ha prevalso la corruzione la disonesta, che si chiamasse: Monte dei Paschi, o sistema Sesto SanGiovanni, oppure Sistema Formigoni oppure di CL. In questo nostro paese ha prevalso il lavoro nero, le Mafie, organizzatosi in NetWork sia nella destra che nella sinistra. In tutto questo una gran parte del elettorale ha le sue colpe. Il voto è il segnale di aver paura del cambiamento. Io penso che vada abolito per eccesso la figura del presidente della Repubblica. Siamo molto meglio noi che abbiamo due rami del parlamento un PdR. oppure i nostri vicini cioè la Francia. In questo periodo di grave ingorgo istituzionale, dove grandi elettori, devono designare un PdR. con falsa ipocrita definizione:- persona condivisa. PS i dieci saggi sono la sintesi di tutto ciò detto.

  9. splarz

    Siamo sempre lì: il tratto principale del ventennio berlusconiano è stato il disprezzo per l’onestà; qualunque persona esplicitamente onesta e irremovibile sul punto non sarà gradita a destra. Non ci sono dubbi dubbi sul fatto che B ha paura di non avere un Presidente accondiscendente sulle sue questioni personali, le uniche che gli interessano veramente. Se non si comprende questa cosa elementare non ci sarà nessun cambiamento a sinistra, nè a destra, nè alcun passo avanti rispetto agli ultimi vent’anni.

  10. RobinCapucci

    credo e spero che una grande forza sociale e politica come il PD riesca a trovare un nome condivisibile e che risponda al seguente identikit: donna, max sessantenne, con provate e cristalline esperienze sia di amministrazione pubblica che di associazionismo culturale o religioso o sindacale, madre di figli già ampiamente svezzati, che sappia parlare sufficientemente in almeno tre lingue italiano, inglese e un altra a scelta, che abbia fatto solo una breve esperienza parlamentare o nemmeno quella, ma di consigliere comunale sì. provate a indovinare chi ho in mente… e sono sicuro che chiuderebbe la bocca a tutti i pidiellini e ai montiani. a Grillo forse no, ma chi se ne frega?

Commenti chiusi