Il buon vecchio aNobii

Oggi Mondadori ha annunciato di avere comprato aNobii, un social network per appassionati di libri che era molto di culto cinque o sei anni fa, poi passò un po’ di moda ed ebbe qualche traversia: quando tornò a funzionare non se ne parlò più tanto, forse perché nel frattempo stavano passando di moda i libri, invece. Nel 2009, comunque, era uscito un libro per Rizzoli dedicato ad aNobii, e io avevo scritto questa prefazione.

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Con che spirito leggere questo libro? Cioè, con che spirito investire del tempo a leggerlo piuttosto che usare lo stesso tempo per leggere davvero uno dei libri raccontati in questo libro? Mica li avrete letti proprio tutti, no? Ecco: questo è uno spirito possibile. Usare questo libro come un indice di libri da leggere, e leggerli tutti, come in una collezione. Oppure dirsi che non potendo leggerli tutti, almeno potrete sapere di cosa parlano e raccogliere un po’ di opinioni buone per essere usate in conversazioni letterarie, o tentativi di flirt colti. Sperando che qualcuno non vi abbia preceduto citando la stessa opinione, come quando a scuola si copia tutti dalla stessa pagina di Wikipedia. In questo senso, l’editoria ha una lunga storia di riassunti, sintesi, Bignami, utili a sapere di cosa si parla senza sapere di cosa si parla. Questo libro fa un passo avanti: non fornisce solo un condensato di quello che non avete letto, ma anche un condensato di quello che non avete pensato dopo che non lo avete letto. Anzi, diverse alternative tra cui potete scegliere e decidere cosa avreste pensato se lo aveste letto. E ci sono buone probabilità che alcune di queste opinioni vi suggeriscano poi di leggerlo, il libro di cui si parla. Sarete obiettivi, a quel punto, o lo leggerete con lo spirito di chi già ne scrisse?
Oppure, se questo o quel titolo lo avete davvero letto, questo libro può essere l’equivalente di un club di lettori. Ecco qualcun altro che ha letto un libro che vi ha appassionato e incuriosito, e di cui sentire il parere. Capita, no, di concludere una lettura e chiedersi: mi sarà sfuggito qualcosa? Avrà dei meriti che non ho colto? L’avrò capito? Mi sarà piaciuta una scemenza? O altrettanto spesso, capita di finire un libro e trovarlo formidabile e chiedersi: ma perché non me ne aveva parlato nessuno?
Tutte queste sono le ragioni del sucesso di Anobii, prima ancora che di questo libro. Anobii è l’idea geniale di un luogo accessibile a tutti dove coltivare non tanto la passione per la lettura (per quella, c’è il divano) quanto la passione per i libri, per il loro possesso, archiviazione, confronto. Per le statistiche, le copertine e i codici a barre (avevate mai prestato attenzione ai codici a barre dei libri, prima di Anobii?). E per gli altri come voi: Anobii è un social network con la scusa della letteratura, un locale per scambisti delle pagine stampate. Cosa succederà ad Anobii con l’avvento dei libri elettronici, dei Kindle, con la progressiva diminuzione dei libri di carta? Il feticismo editoriale avrà la stessa sorte di quello discografico? Probabilmente no, il patrimonio straordinario di bellezza dei libri è imparagonabile alla breve vita dei dischi e alle loro minime variazioni come oggetti. Dovessero anche sparire, il collezionismo di libri e il desiderio di possedere e archiviare ed esibire non diminuirà, anzi. Anni fa prendevo in giro un mio amico che teneva alcuni libri esposti sulla libreria con la copertina bene in vista, anziché la costola: mi pareva una sfacciata esibizione di pretesa cultura. Poi ho cominciato a fare come lui, perché occultare certe meravigliose copertine era ogni volta un sacrificio, soprattutto quando erano la ragione unica dell’acquisto (“if you judge a book by the cover…”). Naturalmente, i metri lineari di scaffali Ivar sono di conseguenza cresciuti a dismisura. Mia moglie purtroppo si rifiuta di lasciarmi costruire pile appoggiate a terra, adducendo ragioni di fredda praticità igienica. Polvere. Polvere. Chiedi alla polvere. E la secolare questione del criterio di disposizione dei libri: per autore? Per editore? Per altezza? In uno spettacolare disordine che impedisce ogni futura ricerca? (ma diciamocelo: quando mai tornate a cercarlo, L’amante di Lady Chatterley?). Ma sto divagando, e con questo dimostrando la fondatezza dell’idea di Anobii: un luogo di divagazione per appassionati dei libri, dentro il quale guardarsi dai fanatici o diventarlo, ma capace di tenerti ore a rimbalzare tra un parere e l’altro, tra un elenco e l’altro, tra una proposta e l’altra. L’unica contraddizione di Anobii e delle sue recensioni, per gli integralisti del libro era questa: come perdere tanto tempo a leggere cose che libri non sono? Che non sono neanche di carta? Questo libro risolve la contraddizione, e infine chiude una sorta di disegno di Escher, o di racconto di Borges: perché adesso questo libro è su Anobii, dove viene registrato, commentato, giudicato, classificato. Chissà che non finisca dentro la prossima edizione di questo libro, questo libro.

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