Non uno di noi

Quello che è successo a Bernie Sanders con la giornata di ieri è deprimente e promettente insieme, e la storia esemplare. La parte deprimente della storia è quella in cui a sinistra qualcuno decide di creare uno spazio più a sinistra con generose intenzioni, o di occuparne uno esistente con intenzioni meno generose, e raccoglie un consenso che è inevitabilmente fatto sia di generosità costruttiva e di aggressività distruttiva: è una parte della storia che in Italia abbiamo visto spesso negli ultimi due decenni, così come abbiamo visto le sue conseguenze. Che a un certo punto, se aizzi, ecciti ed esalti, e lisci il pelo al desiderio di avere dei nemici, meglio ancora dei “nemici interni”, quella cosa lì ti sfugge di mano. E nella maggior parte dei casi quella cosa lì diventi tu stesso – a meno che tu non lo fossi già, come per diversi capopopolo italiani -, in altri ti arrendi a non saperla controllare e ne vieni digerito (gli unici che le sopravvivono sono gli aizzatori comodamente laterali, quelli dai media).
Ieri a Philadelphia c’erano alcuni militanti del preteso movimento “di sinistra” che gridavano “in galera” alla candidata ufficiale della loro parte: se vi ricorda qualcosa.
La parte promettente della storia è che Sanders ha fatto una cosa che nei simili e recenti esempi italiani nessuno mai, che io ricordi: ed è di prendere le distanze da quello che lui stesso aveva creato e sobillato e dalle sue conseguenze, prendendosi pure il rischio di diventare a sua volta un traditore, per alcuni di quelli che aveva allevato e che lo hanno fischiato. Che l’abbia fatto “per calcolo politico”, come dicono alcuni, dimostra ancora di più la qualità di un politico e non di un demagogo. Un pezzo del guaio era già stato fatto, ma è stata una dimostrazione della capacità di alcuni leader di essere più responsabili e leader dei loro sostenitori. Ecco, ieri Sanders non è stato “uno di noi”, grazie al cielo.

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7 commenti su “Non uno di noi

  1. atlantropa

    Ma Hillary lo sa di essere “a sinistra”?

    PS: perchè uno che appoggia Renzi ci tenga così tanto a considerarsi di sinistra, ed a poter fregiare con tale etichetta certi suoi riferimenti (siano essi i Kennedy, gli Obama, le Clinton) per me rimane un mistero insondabile. “Essere a sinistra” è sempre più la nuova bellezza: nell’occhio di chi guarda.

  2. hermann

    Che noia con sta ‘sinistra’. Come suggerisce un commentatore è proprio vero: left is in the eye of the beholder. Vi svelerò un segreto: tutto è in the eye of the beholder. E’ la vostra incapacità ad accettare questo fatto a farvi aggrappare a questo concetto inutile e dannoso, la SINISTRA, come se fosse una religione. Left is in the eye of the believer forse dovremmo dire.

  3. Julian B. Nortier

    Era inevitabile che Sanders appoggiasse la Clinton,essendo persona responsabile(parlo di Sanders,non della Clinton).E poi non vedo tutte queste differenze con parecchie situazioni italiane.
    Oggigiorno sinistra piddina critica critica ma poi vota compatta quello che dice il leader Matteo,quasi sempre.E se andiamo indietro il pensiero non può non correre agli accordi tra ds e rifondazione,con rare eccezioni,
    Quella a cui abbiamo assistito alla convention è la rappresentazione farsesca di una sinistra molto estrema,che da noi ormai è sparita.A meno di non voler fare l’equazione spericolata sinistra estrems= m5s.
    Complimentiamoci piuttosto con il sistema statunitense che fa si che tale sinistra non determini gli equilibri ma,al massimo,possa gridare in galera in galera,come un pubblico d’avanspettacolo particolarmente insoddisfatto.
    I “Ghini di Tacco” erano,e sono,altrove.

  4. piero.vereni

    Caro Luca, mi sembra che in questo modo non lasci scampo al “pensiero critico”. O si sostiene Hilary (Renzi?) oppure si è facinorosi giacobini aizzapopolo (Sanders come Di Pietro come De Magistris come Grillo?). Quel che manca è una riflessione seria su come è possibile che un Partito pretenda di avere ancora il rispetto dei suoi elettori se contraddice e contrasta il dibattito interno (le mail pubblicate sono come il canguro imposto al Parlamento, uno schiaffo all’idea stessa di democrazia e rappresentanza in una istituzione privata come un partito). Ed è chiaro che, da questo punto di vista, l’idea di qualunque contrapposizione tra destra e sinistra è un puro feticcio, dato che “sinistra” significa “noi che abbiamo capito come le cose vanno, che cerchiamo di muoverci nello spazio del possibile, che proviamo a gestire la cosa pubblica (o a consigliare di gestire la cosa pubblica, se siamo giornalisti e non politici) con ragionevolezza, che mica sbraitiamo, che mica siamo sempre d’accordo col Capo di turno ma accettiamo che il Capo di turno sarà anche di turno ma è il Capo e ormai la politica si fa così, dimostrando solidarietà al Capo, ché tutti gli altri sono fanatici, giustizialisti e noi invece siamo persone per bene”. Se questo è “di sinistra” (e attenzione a non rivoltare la frittata, non l’ho usata io la categoria, che mi interessa molto poco, e sicuramente molto meno che “pensiero critico”) allora non c’è spazio per il dissenso, perché sarà sempre relegato nell’irrazionalità, nel becero sfruttamento opportunista, e appiattirà Sanders su Trump, Civati su Grillo, e qualunque voce stonata azzerata sul concetto stesso di “coro armonico”. Non so, veramente non lo capisco da dove venga questo modo di pensare, che mi pare del tutto inadeguato per una persona intelligente e sensibile come tu hai mille volte dimostrato di essere. Ma prendi uno come me. Possibile che sono costretto a stare con Renzi (con Hilary) oppure sono per forza conteggiato coi Sanderisti=Trumpisti, coi girotondini=grillini? Ma chi ha messo in giro questa cosa dei “nemici interni”? E come si fa a contestare questo modo orrendo di pensare se poi lo si applica con tanta paziente sistematicità? Se io non adoro il tuo dio (il buon senso, la moderazione, lo studio della retorica alla (disperata) ricerca di una forma neutra e oggettiva di comunicazione) mica vuol dire che adoro il tuo diavolo (il giustizialismo, l’antiberlusconismo ora antirenzismo pregiudiziale, il fanatismo oltranzista, la critica al pensiero esperto, la critica alla gerarchia dei giudizi). Credo anzi che sempre di più quella maledetta “cosa” che sta emergendo e che stai provando a stanare nelle tue riflessioni si sia impossessata anche di te (e di me, figurati) e dei tuoi modesti Lari domestici (tuo padre non c’entra, giuro, penso al PD, all’idea di essere dalla parte giusta anche se la tua parte fa una porcata dietro l’altra). C’è più trumpismo in Renzi e nei suoi pasdaran volgari di quanto tu ne veda, o forse anche di quanto non ve ne sia nel becerume di certo 5S. Un caro saluto, non per questo meno amaro.

  5. tanogasparazzo

    Uno di noi c’è l’ha fa. Salvo poi sapere che i tuoi avversari di partito hanno giocato sporco, nelle primarie. Hanno indicato il solito, orso Russo, il colpevole di aver divulgato le molte mail. In queste, mail vi erano le prove scritte, che il vertice del sistema partito, democratico, avrebbe sfavorito Sanders. Bene qualcuno avrebbe detto che sono solo dettagli, una dimenticanza non di poco conto, che i supporter, oppure come vogliamo chiamarli militanti, che hanno messo passione, intelligenze, generosità, vengano considerati, un’aggregato di aggressività, controproducente, per la battaglia finale di Novembre. Diceva qualcuno saggio – è dalle lotte che nasce l’organizzazione, non dall’organizzazione nascono le lotte. Tradotta questi sono militanti con le loro manifestazioni pro Sanders, non possono essere considerati clienti, anaffettivi, ma, essi con Sanders hanno indicato, una nuova visione di partito, meno lobbista, ma più integrato alle esigenze della gente americana: piene di povertà assolute, di svariati milioni, di senza tetto. Un paese pieno di armi, molta violenza. Su tante cose dette, come ad esempio, la vecchia domanda provocatoria, fatta dai vecchi militanti del PCI, che non volevano, che nessuno occupasse a sinistra il loro cortile, “ chi ti paga” Infine spero che si abbia più rispetto di coloro che nel bene hanno riversato passione, forza di volontà, per il cambiamento di un partito, molto familista. Io avrei preferito Sanders VS Trump, la speranza, contro la paura, ma si è preferito la Clinton.

  6. ciskoh

    Il metapensiero dell’articolo sul ruolo delle primarie mi sembra:

    1)Si fanno le primarie per favorire lo scambio di idee e l’appeal del partito (lasciamo perdere il voler effettivamente captare ciò che le persone vogliono, sia in termini di idee che di candidati). Questo spazio “concesso” viene purtroppo occupato da gente che pensa di poter effettivamente partecipare e crede troppo nelle proprie idee.

    2) è normale e accettabile che il candidato più potente e con più legami venga favorito in modi se non illegali quantomeno non etici.

    3)Chi aveva messo le proprie idee e il proprio attivismo per l’ “underdog” non solo si deve adeguare, ma non può neanche mostrare il proprio scontento con qualche slogan. Esagerato, d’accordo, ma qualcuno ha mai sentito uno slogan ponderato e mite?

    Conclusioni:
    A) Buttiamo a mare le categorie “destra” e “sinistra” (e potrei anche essere d’accordo) e pure “progressismo” e “cambiamento”.
    B) Toglietevi dalla testa che la democrazia possa essere effettivamente ampliata e partecipata (e tutti quelli che puntano a ciò sono indisguibilmente casinari distruttivi)
    C) Pero`mi raccomando giovani, non perdete interesse nella politica! In fondo le primarie sono li per farvi contenti

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