Com’è brava! Quello che qui si sostiene è che Julianne Moore sia la Meryl Streep del Duemila. Com’è brava! Come mi piace Julianne Moore!, dicono tutti. Tutti ci restano un po’ male quando si accorgono di non essere i soli, che vanno dicendo Come mi piace Julianne Moore! Pensavano di aver detto una cosa originale, perché lei sembra più robusta degli schianti hollywoodiani e ha un po’ il faccione, di una bellezza fuori moda: pensavano di aver detto una cosa originale, che a tutti gli altri piace di certo Gwyneth Paltrow, o Julia Roberts, o una di quelle graziose sciacquette banali. Ah, a me no: a me piace Julianne Moore: eh? eh? Come ci siete rimasti? Come quelli a cui hanno rubato la battuta, ci sono rimasti, che a tutti piace Julianne Moore. Perché fa sempre parti da gran signora, il che implica che sia una grande attrice, secondo il canone diffuso. Così elegante, così raffinata. Com’è brava! Una volta lo si diceva sempre di Meryl Streep, che in effetti era un po’ più bruttozza. Adesso lo si dice di Julianne Moore, la cui bravura è in effetti dover usare un viso e un corpo che la costringerebbero quasi sempre a una sola e ripetitiva parte: quella della bella signora, quella che il pubblico vuole. Ci ha provato, a fare un film con Stallone (già, con Sylvester Stallone: qualcuno doveva pur dirvelo), uno con Madonna (una schifezza per sua stessa ammissione), il seguito di Jurassic Park (“mi facevano correre, ed ero ridicola”) e lo straseguito del Silenzio degli Innocenti. Niente da fare. Tutta roba perduta, come lacrime nella pioggia. Le tocca di fare la bella signora. La bella signora che cela emozioni e sofferenze sotto la sua discreta eleganza. Com’è brava! Come sarà brava in “Le ore”, il film tratto dal romanzo di Michael Cunningham, che esce in queste settimane in tutto il mondo e sfodera insieme a lei non solo Nicole Kidman nella parte di Virginia Woolf – un po’ imbruttita, che sennò nessuno le dice Com’è brava! -, ma persino nientemeno che Meryl Streep in persona personalmente. Tutte e due. Come sono brave!