Intervistato sul suo nuovo disco, alla domanda “Perché Splendore terrore?”, Moltheni rispondeva “Boh, suona bene”. Già questo dovrebbe bastare a renderlo ammirevole al confronto di un novantanove per cento di gente che tende a prendersi piuttosto sul serio, nella musica... Continua
Donna
James Blunt – Back to Bedlam
Non mi mandate a quel paese, ma questo potrebbe essere quello che furono rispettivamente David Gray e Damien Rice negli anni scorsi. Certo, quei dischi erano praticamente perfetti e a questo qualcosa ancora gli manca, ma non sarebbe da meravigliarsi... Continua
Rufus Wainwright – Want two
Questo disco è il seguito, con copertina identica, di quello dell’anno scorso, che guardacaso si chiamava Want One. Volevamo riprodurre la recensione di quello ma l’abbiamo fatto il mese scorso con Maximilian Hecker e potreste essere indotti a sospettare una... Continua
Bright Eyes – I’m wide awake it’s morning
La prima volta che mi occupai di Conor Oberst non aveva ancora vent’anni e già scriveva canzoni fantastiche. Venne a Milano a fare da supporter di un concerto da duecento persone ed era un soldo di cacio che li scatenò... Continua
Trash Can Sinatras – Weightlifting
Scozzesi, rock melodico, c’erano molto tempo prima che arrivassero i Coldplay. C’è una ballata che parla di quello che le donne fanno agli uomini, che non dovete sentire se siete in un momentaccio. Come gli scozzesi Blue Nile di cui... Continua
Robert Downey jr. – The futurist
Un attore che azzecca un disco di canzoni capita una volta ogni dieci anni. Adesso è capitato due volte in un mese. Prima con William Shatner – il capitano Kirk, per capirsi – e ora con l’eterno figliol prodigo Robert... Continua
George Winston – Montana: A love story
Vent’anni fa George Winston era la musica new age, prima che questa si sputtanasse in canti di delfini e scempiaggini simili. Pianista americano folk, di melodie dolcissime e svenevoli che evocavano nevicate, sere davanti al camino, foglie portate dal vento,... Continua
Maximilian Hecker – Ladybird
Se tu sei tedesco, ventiquattrenne, e fai un cd di pianoforte, elettronica e falsetti, con canzoni che si intitolano “Kate Moss” e “My love for you is insane”, tutto molto anni Ottanta nei suoni e nelle parole, struggente e sdolcinato... Continua
Dustin O’Halloran – Piano solos
Diciamo che quaggiù presentarsi con un pianoforte equivale più o meno a presentarsi con una busta gonfia nella Milano degli anni Ottanta. Una corsia preferenziale, diciamo. O’Halloran è californiano, e di solito fa la metà di una band rock che... Continua
Madeleine Peyroux – Careless love
Madeleine Peyroux non è Norah Jones e non è Michael Bublé. Madeleine Peyroux è una cantante jazz vera, con una voce che assomiglia in maniera impressionante a quella di Billie Holyday, e un disco invidiabile e moderno. Si è presa... Continua
Leonard Cohen – Dear Heather
Dentro questo disco ci sono: uno dei più grandi cantautori della storia del rock (più di Dylan? Vedete voi); una poesia di Lord Byron, una dedica alle donne “che per via di alcune canzoni che ho scritto su di loro,... Continua
Twilight Singers – She loves you
Dentro questo disco ci sono: un messaggio in segreteria di “Valeria”; Greg Dulli, rocker di culto della scena underground americana da anni e anni, da Cincinnati, Ohio (alcune ciambelle, in Ohio, riescono col buco); undici cover molto reinterpretate; nessuna cover... Continua
William Shatner – Has been
Dentro questo disco c’è il capitano Kirk – “quel” capitano Kirk – che ha 73 anni e già in passato gli era venuto il ghirirbizzo di canticchiare, ma questa volta si è fatto produrre e aiutare da Ben Folds, bravissimo... Continua
Feist – Let it die
Dentro questo disco quel che c’è c’è, ma c’è da un pezzo. Nel senso che questo disco era stato inciso a Parigi l’anno scorso, ma il cd ha avuto successivi rilanci e ripubblicazioni man mano che il suo successo aumentava.... Continua
Blue Nile – High
“Le canzoni di High, il quarto album dei Blue Nile, non lasciano intuire in niente che ci siano voluti otto anni per inciderle. Così squisite da essere quasi trasparenti, suonano come il frutto di qualche rapida pennellata. Ma tra il... Continua
Hayden – Elk-Lake Serenade
“Anche se attinge al passato – soprattutto ai cantautori degli anni Sessanta e Settanta – Hayden suona del tutto naturale. Ha ascoltato quella musica per anni e sa apprezzare l’arte di una canzone ben scritta. Canta con una voce lamentosa,... Continua
Piers Faccini – Leave no trace
“Suona la chitarra da quando aveva 13 anni (ne ha 34) e dipinge. Prima del suo manifesto Leave no trace, Piers Faccini (padre italiano, madre e passaporto britannici) si era fatto le ossa folk-hop sulla scena londinese con la poetessa... Continua
Raphael Saadiq – As Ray Ray
“Meglio noto come leader dei Tony! Toni! Tone!, Raphael Saadiq è emerso in questi anni come solista di rilievo e come produttore di artisti soul da hit-parade. Il suo secondo disco da solo lo trova in uno spirito allegro e... Continua
Paul Weller – Studio 150
Paul Weller è uno che è andato dietro alla sua età: rockettaro quasipunk da ragazzo, con i Jam, poi convertito al pop raffinato e modaiolo degli anni Ottanta con gli Style Council, e infine messosi in proprio verso una carriera... Continua
Elliott Smith – From a basement on the hill
A ventisette anni Elliott Smith salì sul palco degli Oscar a Hollywood per suonare la canzone di “Good Will Hunting”. Suonò due minuti e undici secondi, infilato in un abito bianco che non riusciva a togliergli di dosso quell’aria del... Continua