The wishing well

Jimmy Durante quella mattina si alzò, si fece un bel bagno, e dopo la braba rimase a guardarsi allo specchio: si scrutò per un po’ quell’accidente di naso e gli disse “È te che riconoscono, patata, non quest’uomo che ha recitato con Spencer Tracy”. Si vestì, si annodò la cravatta, si mise il cappello, e uscì per strada, canticchiando.
Rickie Lee Jones uscì dalla doccia e passò davanti al grande specchio ovale. Intravide la sua sagoma minuta e magra dentro l’accappattoio e i capelli scompigliati che ancora gocciolavano. Pensò di dirsi qualcosa di carino, ma il pensiero del suono della sua vocetta appena alzata la trattenne: “come farà a piacergli, a tutta quella gente?”, si chiese. E rise. Scese da basso e si preparò la colazione.
Mark Eitzel scese le scale in pigiama e all’altezza el terzultimo gradino si curvò per non sbattere ancora la testa sul solito travetto. Girottolò per il soggiorno illuminato dal mattino, accese la televisione e la rispense. Poi raccolse la chitarra che era rimasta per terra la sera prima, spostò il piatto e il bicchiere dal divano e si sedette a strimpellare qualcosa. “Ma la chitarra si strimpella?”, pensò. Lo pensò in inglese. Tornò in camera e si mise un paio di vecchi jeans.
Fast sollevò una palpebra e cercò di ricordare dove si trovava. Dopo qualche secondo iniziò a percepire un ronzio e si accorse di Huey e Mackie che dormivano ancora. Cosa avevano fatto la sera prima? Dai finestrini fumé del furgone entrava la luce del giorno e ogni tanto si sentiva un’altra macchina uscire dal parcheggio. Fast vide che sul suo braccio sinistro abbandonato giù dal sedile si proiettava l’ombra della scritta sul lunotto posteriore: Fun Lovin’ Crimina s. Cazzo, si è staccata la elle, pensò. E poi: cazzo, dobbiamo andare.
Frank Sinatra e Dean Martin erano già al bar sotto casa di Frank, appoggiati al bancone con i cappelli sulle ventitré e i nodi della cravatta sciolti. Non si capiva se si fossero svegliati presto, o se fossero lì dalla notte prima. Ma sembravano in forma. Dean tirò fuori una pallottola di banconote dalla tasca destra e cercò i soldi per pagare la colazione fatta. Salutarono Charlie, si calcarono meglio i cappelli, e uscirono in strada.
Arrivarono tutti e otto quasi contemporaneamente. C’era già una gran folla. Ogni anno erano più numerosi. E tutti, ogni anno, arrivavano di buon umore nel sole del mattino, canticchiando. Alla convention annuale di quelli che avevano cantato I’ll be seeing you.

I’ll be seeing you in all the old familiar places
That this heart of mine embraces all day through
In that small café, the park across the way
The children’s carousel, the chestnut trees, the wishing well

I’ll be seeing you in every lovely summer’s day
In everything that’s light and gay
I’ll always think of you that way
I’ll find you in the mornin’ sun
And when the night is new
I’ll be looking at the moon
But I’ll be seeing you

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro