Tempo da perdere

Mentre lo facevano legittimamente altri, il titolare qui ha taciuto sulla scema intervista a Erri De Luca pubblicata dal magazine del Corriere la settimana scorsa. Era così scema, che sui media maggiori nessuno si è preso la briga di riprenderla. Ma ad alcuni ha fatto girare le scatole, vuoi per la sfrontatezza nel dire fesserie, vuoi per il male che avrebbe potuto fare a chi vi era citato. Io credo che il punto non fosse tra questi; il punto è che De Luca dice cazzate, e il punto è che lo scafato intervistatore non ritiene mai di porsi il problema (malgrado torni sulla questione con una frequenza che ha qualcosa di paranoide: se uno ti dice una volta che sa delle cose ma non te le dice, puoi anche pubblicare e sognare uno scoop, ma alla decima volta che non te le dice lo mandi a quel paese e ti occupi di cose più serie). Sono quindi contento (un po’, contento: ce ne vorrebbe) che sul sito dello scafato intervistatore sia comparso questo, in rappresentanza delle migliaia di persone che avrebbero potuto scrivere le stesse cose:

E ALLORA, SIAMO SERI

da Pier Franco Schiavone. Milano

Erri De Luca racconta bugie. Mi sfugge la ragione per cui uno scrittore in uno stato di “allucinazione creativa” (chiamiamola così) debba “necessariamente” lasciare il segno anche se dice sciocchezze. In un servizio d’ordine, di cui ho fatto parte, nessuno aveva “la responsabilità di centinaia di persone”, il più esperto e determinato si occupava del coordinamento durante le manifestazioni. La benzina delle molotov, che quasi mai venivano usate, quando non veniva “sottratta”, veniva acquistata sempre da benzinai diversi, per ovvie ragioni, altro che benzinai fiancheggiatori. Non dovevano mai essere lanciate contro gli uomini ma solo creare barriere per la fuga. Personalmente ne avevo terrore, ma non mi risulta che ci siano stati morti da molotov durante un corteo di LC. C’erano anche le teste calde con una voglia insopprimibile di menare le mani e qualche imbecille aveva il cosiddetto “cannone” ma lo sapevano tutti e l’imbecille inevitabilmente veniva isolato. Non esisteva una cupola che “autorizzava” all’uso delle armi, perché sarebbe stato, in un movimento come LC, un segreto di Pulcinella. Quando LC si è sciolta non si è sciolto il Movimento di Liberazione Nazionale che ha consegnato le armi ad un’entità superiore. Anche un bambino dell’asilo sa che i terroristi erano persone, purtroppo, maledettamente serie e con tutti gli infiltrati dei servizi che c’erano in LC come in altri movimenti, mai avrebbero preso le pistolette di De Luca. Secondo me, De Luca non sa un tubo sul caso Calabresi altrimenti il suo protagonismo lo avrebbe portato davanti al giudice. LC non era affatto un movimento pacifista e qualche responsabilità iniziale sulla radicalizzazione dello scontro sociale ce l’ha avuta. LC è nata nel ’68-’69, quindi va contestualizzata, ma già nel ’73 auspicò l’ingresso del PCI nel Governo. Nella mia piccola realtà di paese, la sezione del PCI, che deficitava di giovani, ci invitò ad entrare con loro in una lista civica alle amministrative. I militanti più estremisti, a metà degli anni ’70, aderirono ad “Autonomia Operaia”. Inoltre esisteva una spaccatura netta tra il mondo dei militanti e quelli che si autodefinivano leader a livello nazionale. Come dissi in un’altra occasione i Sofri, i Boato, ecc., non venivano percepiti come capi. Infine non è mai rimarcato che LC era un movimento che dava ai giovani la possibilità di riunirsi e parlare di cose serissime ma aveva anche un aspetto gioioso, divertente. Ci prendevamo persino in giro “noi siamo quelli di LC, Lotta Continua sì, scendiamo in piazza solo il giovedì, con il PCI no-no, lottare non si può, polemizziamo sempre con AO”, sul ritmo di “camminando sotto la pioggia”. Ma quale movimento para-terrorista

SabelliFioretti, Squonk

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