È vero, ma

“Ciao, ho letto i tuoi post in cui riprendi le reazioni all’articolo del Manifesto.

Siccome il Manifesto di ieri e’ online, si puo’ verificare che lo ‘scandalo’ nasce dalla combinazione di quanto scritto dal Manifesto, che ha delle cose oggettivamente ambigue, e questo e’ scorretto, con quanto sottolineato dai sapidi commentatori, che hanno forzato l’ambiguita’, e questo e’ altrettanto scorretto.

La prima pagina, come riportata sulla versione online, e’:

La festa di Erode

Passa il convoglio Usa, i soldati offrono dolci, esplodono le autobombe e la reazione dei marines.

Un po’ di ambiguita’ c’e’, perche’ rispetto al fatto centrale (l’autombomba) la reazione dei marines e’ secondaria, e tra l’altro non produce vittime. Da li’ a dire che uno, leggendo, pensa che la festa di Erode sia opera dei marines ne passa un po’(non tantissimo, ndt).

Articolo in terza pagina.

Titolo:(Baghdad, massacro di bambini)

Occhiello: Tre bombe esplodono nei pressi di un mercato, i marines sparano sulla folla. Nell’attentato muoiono 44 persone di cui 37 bimbi. Rivendica Zarqawi su Internet. Due soldati Usa uccisi in altri scontri. In onda su al Jazeera il video di 10 nuovi ostaggi, tra loro due donne indonesiane

Facci e Marcenaro si riferiscono all’occhiello fermandosi tutti e due, guarda caso, prima della frase “Rivendica Zarqawi su Internet”. Io non sono un giornalista, ma non bisogna essere un genio per capire che se su quattro righe se ne prendono una e mezza, eventuali ambiguita’ vengono amplificate.

Lasciamo poi stare il fatto che l’articolo del Manifesto sia di tutt’altro tono.

Mi va bene sottolineare l’ambiguita’ del Manifesto, per il quale per inciso non ho nessuna particolare simpatia, ma che lo facciano Facci o Marcenaro lascia perplessi, sia perche’ cascano immediatamente nello stesso errore di cui accusano il Manifesto, sia perche’, come al solito, il tutto e’ funzionale unicamente a fare un po’ di casino e predicare ai convertiti (però anche a noi non convertiti un po’ ci fa impressione, ndt).

O sono io che sono prevenuto ?

Ciao, Marco”

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È vero, quindi