Come sanno molti di quelli che li compilano, sono un fedele lettore di diversi blog italiani. Quando trovo delle cose che mi sembrano spiritose, o originali, le linko qui, oppure le uso in radio. Si tratta quasi sempre di invenzioni divertenti, oppure di acute osservazioni di cose quotidiane o televisive. Cè molto che potrebbe stare onorevolmente nelle pagine di spettacoli o di costume delle riviste. Manca invece del tutto, tra i blog italiani, un uso del blog come strumento giornalistico e politico ai livelli di quel che avviene negli Stati Uniti. Fatte salve un paio (dico un paio) di eccezioni con dei limiti forti, non esiste niente di simile ai blog spesso letti e citati anche da noialtri italiani: Andrew Sullivan, Josh Marshall, Glenn Reynolds, Zuniga di Dailykos. Ce ne sono almeno unaltra decina che in America sono diventati opinion makers anche più letti e influenti di molti columnist sui giornali. Qui no. Non esistono blogs in cui si coniughino una capacità giornalistica non dilettantesca, una conoscenza svelta e competente di internet e unattenzione eclettica alle cose del mondo.
Di sicuro non è rimproverabile a chi non ha di queste pretese: ma che i pundits e i giornalisti italiani non siano stati in grado di produrre niente di notevole in questo campo, ne rivela larretratezza e la limitatezza di orizzonti (un tempo si potevano rimproverare i giornali di non dare un blog ai loro giornalisti pigri e avidi di retribuzione: oggi si vede che non bastava). Il periodo in progress è ormai superato: se oggi in Italia i media tradizionali non usano i blogs e non citano ciò che vi si scrive, i primi responsabili sono i blog che non ci sono
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