Separandola dal resto dellarticolo, soprattutto dove pretende confessioni in cambio di clemenza (per non dire della similitudine Sofri-Priebke per cui se ne andasse al diavolo), mi sembra eccellente questa parte del pezzo di Sergio Romano, sul Corriere di oggi:
I giorni della memoria e del ricordo hanno avuto il paradossale risultato di risvegliare il sentimento delle ingiustizie subite e dei conti non regolati. Quelli che erano destinati a essere momenti di pietà e lutto sono divenuti giorni dell’ira e della vendetta. Tutti, e in particolare chi si ritiene vittima di una discriminazione, pretendono un pezzo di memoria nazionale su cui piantare la propria bandiera. Al posto della «memoria condivisa», così frequentemente auspicata nella retorica politica di questi ultimi anni, l’Italia ha ormai una pluralità di memorie: quella dei partigiani, degli ebrei sopravvissuti al genocidio, dei badogliani, delle truppe del re, dei ragazzi di Salò, degli istriani cacciati dalle loro terre, dei profughi costretti ad abbandonare le colonie perdute. Il progetto di legge con cui Alleanza nazionale chiede lo status di militari combattenti per i soldati della Repubblica sociale italiana è una inevitabile conseguenza di questa lottizzazione dei ricordi. L’Italia non è più una patria: è un condominio in cui ogni inquilino è proprietario di una quota parte, in millesimi, della memoria nazionale.
Corriere della Sera
I giorni della vendetta
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