Sarà un trend? Una nuova tendenza culturale, o meglio, antropologica? Prendete il caso di Francesco Baccini, tuttora discusso: quel suo avvilirsi e umiliarsi a Music Farm, quel suo ridursi a uno straccio per la ragazzetta che lo girava come un calzino, quel suo farsi ignominosamente escludere dal gioco, è una cosa che graverà per sempre sulla sua immagine (“guarda, è Baccini, quello che ha fatto quella figura da fesso…”), oppure gli restituirà un qualche tipo di proficua notorietà e pubblicità che aveva perduto da tempo e che altrimenti non avrebbe mai ritrovato (“guarda, è Baccini…”)? Certo, direte voi, umiliare se stessi e i propri principi per guadagnarsi da vivere o in nome di qualche fine superiore, non è una novità nella storia del mondo. Ma qui c’è la tv, e c’è la coscienza del proprio sbandamento: “mi hanno buttato fuori come un pirla”, sono state le sue prime lucide parole. Impossibile non associarle a quanto ha orgogliosamente rivendicato Gad Lerner su Vanity Fair a proposito della sua intervista a Romano Prodi: “Mi sono consapevolmente sputtanato”. Mezzo vuoto o mezzo pieno? Certo, qui c’era un fine politico superiore, e non un gratuito avvilimento psicolabile, ma c’è un trend televisivo, evidentemente: sputtanarsi, consapevolmente. Ci sapremo adeguare? Io ho appena fatto un piccolo programma in tv. A rivederlo, si notava parecchio il doppio mento. Mi sono sputtanato. Ma inconsapevolmente: se me ne fossi accorto prima avrei chiesto al montatore di toglierle, quelle scene lì

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