Giornalismo da passeggio

Se fossi il Public Editor del Corriere della Sera, oggi mi interesserebbe questa storia.

Ieri in prima pagina sul Wall Street Journal è uscito un articolo (online a pagamento) sull’impegno della Nestlé per convincere gli italiani a bere più acqua in giro, per strada, in macchina, insomma fuori da casa e dai ristoranti. La Nestlè produce tra le altre cose l’acqua Panna, e ha notato che gli italiani ne bevono molta a casa e poca per strada. La storia era affascinante per quel che analizzava del nostro rapporto con l’acqua in bottiglia e delle nostre abitudini alimentari e sociali (l’italiano sarebbe troppo elegante e attento alla buona alimentazione per consumare cibi e bevande per strada). In sintesi, il Wall Street Journal raccontava questo: gli italiani bevono più acqua in bottiglia di qualsiasi altro popolo del mondo, però ne bevono meno degli altri quando sono fuori casa. La Nestlé vuole abituarli in questo senso. Il titolo del pezzo era “La sfida italiana: acqua ovunque, ma non camminando”.

Oggi al Corriere della Sera dedicano un pezzo alla questione, e il pezzo è ovviamente ed evidentemente originato da quello del Wall Street Journal di ieri (citato, certo: ma a metà articolo e con la bizzarra formula del “fermento innovativo celebrato anche dal Wall Street Journal”). Il titolo però è “Noi e l’acqua, ora si beve camminando”; all’interno sono riportati casi di personaggi e Ferilli varie che bevono molta acqua per strada, e l’opinione del capo dei produttori di acqua minerale, “Il consumo da passeggio è in crescita”.

Riassumo le posizioni, quindi.

Nestlé: “gli italiani bevono troppo poca acqua per strada, dicono le statistiche, e dobbiamo convincerli che questa sia una buona abitudine, alla moda”.

Wall Street Journal: “gli italiani bevono troppa poca acqua per strada, dicono le statistiche, e la Nestlè sta cercando di convincerli che questa sia una buona abitudine, alla moda”.

Corriere dela Sera: “gli italiani bevono molta acqua per strada, perché è una buona abitudine, alla moda”

Wall Street Journal, Corriere della Sera

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro