Meglio il fils que le père

Il fenomeno della “canzone francese” – che viene data ciclicamente per morta per potrene poi celebrare il presunto ritorno – adesso si chiama Vincent Delerm. Che è figlio di quel Philippe Delerm che vendette una montagna di copie del suo libro “La prima sorsata di birra”. Famiglia colta, ventinove anni, laureato in lettere moderne con una tesi su Truffaut, Vincent ha pubblicato l’anno scorso fa il suo secondo disco “Kensington Square”, con grande plauso della critica. Le melodie sembrano antiche, gli arrangiamenti un po’ barocchi, la voce profonda e i testi particolari: è un disco che un po’ se la tira. I versi sono un esercizio continuo di “name-dropping” di cineasti, scrittori e musicisti, a cominciare dalla canzone che descrive la relazione di Delerm con una foto di Fanny Ardant. Ma sempre meglio che scrivere canzoni su Biagio Antonacci

Vanity Fair

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro
Make it a Blockbuster night