Appunti sudoki

Uno – per i posteri, le vanterie, e le storie del mondo – Quando il Corriere della Sera, il 16 maggio scorso, scrisse del Sudoku, Google indicava solo sette siti italiani in cui la parola “sudoku” era citata, e con poca perizia. Mi pare si possa indicare quell’articolo come lo scopritore del Sudoku in Italia, e gli altri come millantatori.

Due – per senso della misura – Qui lo dico e me ne assumo la responsabilità, tenetevi forte: non esiste la febbre-del-Sudoku in Italia. È tutta una balla. Io ho già frequentato due isole diverse per qualche giorno, e non ho ancora visto nessuno fare il Sudoku, né in spiaggia né altrove. La mia ricostruzione è questa. In Inghilterra il gioco ha cominciato a prosperare ed è stato scoperto dai media maggiori. Le sue originalità e novità lo hanno portato sui quotidiani e i lettori lo hanno molto apprezzato. Tutto questo è diventato con qualche normale esagerazione “gli inglesi hanno perso la testa per il Sudoku” (interessante paragonare la pretesa giornalistica che gli inglesi non abbiano battuto ciglio dopo una strage a Londra con quella che abbiano perso del tutto la testa con l’arrivo del Sudoku). Quando qui da noi si è fiutato l’affare, la normale esagerazione è diventata una smodata esagerazione. Siamo diventati un paese di sudokari rincoglioniti quasi prima che arrivasse il suodku, a sentire Corriere e Repubblica. A quanto mi consta, l’unico un po’ rincoglionito ero io, e a seguire alcuni disgraziati semivip tirati per i capelli ad ammettere che avevano letto i titoloni e poco più.

Morale, Corriere e Repubblica hanno così insistito che eravamo pazzi per il sudoku, che ce ne siamo convinti. Meccanismo mediatico di imbarazzante banalità, applicato stavolta a un giochino di numeri.

Tre – per vanità mia – Mi piace far conoscere le cose che meritano di essere più conosciute quando lo sono poco, non quelle che meritano di esserlo un po’ meno perché lo sono troppo. Quindi vorrei rettificare – senza nulla smentire del resto – ciò che il Magazine del Corriere mi fa dire oggi, infilandomi nel calderone della Sudoku-promozione di cui sopra: non ne faccio uno al giorno, no. Ne ho fatti due al giorno per dieci giorni e poi ho smesso.

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