Libere elezioni

Ieri sul Riformista c’era una bella e lunga lettera di Daniele Protti. Per le astute (ironia) strategie web del Riformista – che smisi di commentare alcuni anni fa – dovete pagare 12 euro per leggerlo, o fidarvi della mia sintesi. Protti contesta facilmente l’inutilità costosa delle primarie del centrosinistra, e il loro essere un’impostura, la parodia di una primaria.

In effetti, se le primarie non consentono scelta, perdono di fatto il loro senso e diventano ciò di cui vorrebbero essere un’alternativa: un’elezione con i candidati già decisi. Perché siano altro, a ognuno deve essere consentito di suggerire il nome che vuole. Invece, forse andrà a finire che i candidati tra cui scegliere alle primarie del centrosinistra saranno meno di quelli tra cui scegliere alle elezioni maggioritarie.

Torniamo a Protti. La sua domanda è: “cosa succede se io sulla scheda scrivo Walter Veltroni?”. Sarà considerato un voto nullo, e così svelato il carattere fittizio e antidemocratico di queste primarie? O i voti a Veltroni saranno conteggiati? Protti cita Veltroni come esempio per discutere del metodo, ma non nasconde che l’esempio ha un suo notevole valore – che Wittgenstein, come si sa, condivide – e che un’eventuale percentuale notevole di voti a Veltroni in assenza della sua candidatura avrebbe un significato politico forte.

La mia sintesi è brusca, come vi ho detto. Se Protti mi manda il file, metto online il suo pezzo. Ma intanto faccio un’altra cosa: dichiaro qui la mia intenzione di voto, fin d’ora. Se si faranno le primarie, io voterò Veltroni – gli piaccia o no – per migliorare la leadership del centrosinistra e per dare un senso alle primarie. A meno che non mi chiami lui di persona per spiegarmi perché non dovrei.

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