Dellultimo romanzo di Grisham appena tradotto in italiano scrivemmo a marzo su Re: No Subject:
Caro Christian, come sai sono uno fedele. Le cose cambiano, i gusti si evolvono, le novità diventano vecchie, ma io un briciolo di affetto lo mantengo sempre: anche per Phil Collins. Così, ho ordinato su Amazon il nuovo romanzo di John Grisham e me lo sono letto. E allora diciamo che rimango affezionato alla mia prima lettura del Socio, e poi avevo vent’anni, e che consento all’autore una certa sapiente mano nel creare della suspence e della curiosità. Ma dopo il librino di natale e quello sul vecchio sud, ci mancava pure quello ambientato in Italia, alla che-dolce-e-pittoresco-paese-è-questo. Già quando il protagonista arriva a Treviso, e il narratore indugia per decine di pagine sugli anziani nei caffè che leggono i giornali e perdono tempo chiacchierando, sugli italiani che non sanno fare la fila e sul fatto che tutti si vestono eleganti, stavo per appisolarmi. Quando poi arriva a Bologna e ricomincia tutta la manfrina, con tanto di consigli gastronomici e candida meraviglia per gli usi locali, stavo per scrivere alla Mondadori per dir loro che questo potevano pure lasciarlo perdere. Chissà come faranno a tradurlo, poi, che per metà è la spiegazione di come si dice in italiano mushrooms, wine e tomato
GQ
Torri, tette e tortellini
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