Sono l’ultimo a credere nella pretesa maggiore attendbilità della stampa estera sulle cose italiane, e non sopporto i tentativi di tirarla per la giacchetta da una parte o dall’altra ogni volta che la Gazzetta di Andorra fa un editoriale sulle cose italiane. La Gazzetta di Andorra, come Le Monde, è capace di scrivere cose superficiali e poco informate sull’Italia tanto e più dei giornali italiani.
Detto questo, la copertina di Newsweek europeo (europeo, ricordatevelo sempre: gli americani si occupano d’altro) sulla “Rise and fall” di Berlusconi era però un indicatore dell’aria che tira e della percezione che se ne ha anche fuori dall’Italia, con il titolo su “why he isn’t smiling”.
E detto questo, alcuni passaggi del Wall Street Journal nel lungo ritratto di oggi sullo stesso tema – il Wall Street Journal, giornale notoriamente benevolente con il PresdelCons, soprattutto nelle sue aggressive pagine op-ed – mi sembrano rilevanti:
“Yet the man with the golden touch has proved a surprisingly leaden leader during his five years in power. Even on this sluggish continent, Italy is an underperformer. Growth last year was zero. Though nominally a free-market conservative, Mr. Berlusconi has done little to break monopolies, including those that keep Italians paying among the highest energy prices in Europe and impose steep fees for opening a business”
Il titolo è “The final chapter for a premier italian”.
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Sluggish performer
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