La città felsinea

La cosa che ho scritto qui su “Dark Bologna” – la canzone di Dalla – era piuttosto sbrigativa, ma alcune ovvietà erano implicite anche senza bisogno di scriverle: è chiaro che le prime vittime dei clichés su Bologna siano i non bolognesi, ed è chiaro che il dibattito sulle cose della città sia già assai oltre e più articolato delle poche battute di Dalla. Lo dico dopo qualche mail ricevuta e dopo aver letto quel che dicono al proposito due ottimi blog bolognesi (su uno dei quali sono venuto a conoscenza dell’esistenza delle Puppini sisters).

Su Dalla ho l’impressione che circoli un’intolleranza che mostra maggiori cambiamenti in chi lo giudica che non in lui stesso. Le analisi sociali e urbane del vecchio Dalla tanto rimpianto non erano così diverse dalla semplicità (e immediatezza) di questa: erano “Milano, che banche, che cambi”, erano “Berlino ci son stato con Bonetti, era un po’ triste molto grande”, erano “si esce poco la sera, compreso quando è festa”. Io credo che siamo cambiati noi, la nostra tolleranza, e la nostra scaltrezza: una volta eravamo disposti a condividere e sentire le stesse cose che ora sentiamo vecchie, superficiali, semplicistiche. Una volta Dalla era nuovo e diverso dal resto: poi il resto gli ha assomigliato e lui a se stesso. Noi eravamo più giovani, e il mondo più facile – o almeno sembrava più facile – Bologna compresa. Quanto alla qualità della canzone, da “Attenti al lupo” in poi da Dalla si può temere di molto peggio.

Certo, Bologna è una cosa più complicata di così (come Napoli, come Milano, come Torino, come Venezia e ogni altra città cara al resto d’Italia, e di cui il resto d’Italia parla: solo di come è ridotta Firenze non discute mai nessuno): ed è esattamente quello che chiedevo, a che punto fosse la relazione tra la vecchia immagine di Bologna e la sua percezione in città, tra la lieta fierezza di un tempo e il seccato disincanto di oggi (che si somigliano molto), e se una canzone come “Dark Bologna” ne facesse parlare.

Amazon, Il terzo desiderio, Spettro della bolognesità

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