Zero

Era bella l’idea di raccontare Milano come di solito si raccontano Palermo o Napoli, dando uno scossone ai clichés sulla città della moda eccetera. Erano belle molte delle cose e delle persone raccontate nei servizi.

Era strano che i servizi fossero di almeno sei mesi fa, a giudicare dall’abbigliamento delle persone, e che si recuperasse ancora la storia di Gatti, formidabile ma ampiamente vista e raccontata in giro mesi e mesi fa: e che questo avvenisse in una prima puntata molto attesa di un programma presunto “nuovo”. Era noioso il pistolotto vittimista iniziale (lo dico avendo sottoscritto appelli per il ritorno di Santoro in tv, quando era il tempo: ed essendo contento che sia avvenuto), era insopportabile e sciocco il tono dello speaker dei servizi, copiato da quello di Lucignolo che già fa schifo quando è usato in Lucignolo. Era discutibile la parsimonia sulle spese di coiffeur. Era demagogico, bugiardo e ipocrita il forcaiolismo sull’indulto: come se il primo indulto da anni e anni fosse responsabile dei problemi dell’immigrazione o delle morti sul lavoro. Non parlo del clima da compagnucci di merende tra alcuni dei presenti

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