In estrema sintesi

Gianni Mura, su Guido Rossi (a Condor parlammo di Rossi due volte: per citare favorevolmente il suo ultimo libro per Adelphi, e per le giacche di cui sotto):

“Non stiamo a girarci intorno: Guido Rossi 3. Motivazione: più d’una. Ma come fa a dire che non sono incompatibili i due ruoli? Chi l’ha deciso? L’ha deciso lui? Lo sono, invece, e lui farebbe bene a lasciare quanto prima la carica in federcalcio. Lo sono per due ragioni così ovvie che c’è da vergognarsi a spiegarle: c’è una questione di tempo (nemo potest duobus dominis servire) e una questione d’interessi in conflitto. La Telecom, come Rossi saprà, è sponsor del campionato di calcio, La7 concorre ai diritti televisivi, Tronchetti Provera è targato Inter. Può bastare? Non occorre, fortunatamente, essere Mastella per dire che Rossi col calcio deve chiudere. E chiude male, anche sotto il profilo della forma. Almeno una telefonata a Petrucci e alla Melandri, che l’hanno sempre sostenuto, gliela poteva fare, poveracci, l’hanno saputo dai lanci d’agenzia. Non gli si chiedeva di fare l’eroe, ma s’era preso un compito importante (pensiamo a cosa significa il calcio in Italia, non solo come azienda ma come passione) e sarebbe stato utile portarlo fino in fondo, prima di dedicarsi ad altro. La famosa, o fumosa, riscrittura delle regole.Professor Rossi, sono certo che gliene importa meno di nulla (come del calcio italiano, più o meno, e della sua svolta morale) ma glielo dico ufficialmente: lei mi ha deluso. Dovevo aspettarmelo, da uno che talora indossa giacche troppo chiare, diciamo tra crema e fiordilatte, ma questa diffidenza istintiva l’ho esorcizzata e respinta. In fondo, per essere del tutto sincero, nei miei giorni peggiori tendo a diffidare di tutti quelli che hanno una giacca e una cravatta, e non è giusto. Anche tra quelli in giacca e cravatta lei riscuoteva molte antipatie, non è una novità. Ma per altri, che amano un certo calcio, rappresentava la possibilità di un cambiamento: scafato navigatore, ego adeguato, quel mix di sicuro e ruvido, quell’aria da “adesso vediamo chi ha la scorza più dura”. Lasciando il lavoro a metà strada, come oggi sembra inevitabile, lei non solo amareggia quelli che stavano dalla sua parte, ma rende sommamente felici quelli che stavano dall’altra”

Repubblica

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