Le cose cambiano

Il criterio migliore per giudicare la fondatezza delle paure del cambiamento dovrebbe essere l’osservazione del passato. I meno giovani si ricorderanno con quali proclami apocalittici venne combattuta la battaglia politica contro il divorzio, più di trent’anni fa. Sembrava che concedere alle coppie di separarsi legalmente avrebbe precipitato il paese nella depravazione e nel caos. La cosa non suona assurda e ridicola solo ora, ma si mostrò tale già il giorno dopo la vittoria dei favorevoli al divorzio. Per cambiare genere di esempi: vi ricordate quando furono rese obbligatorie le cinture di sicurezza in macchina? Tutti sbuffammo e lo trovammo un capestro insopportabile. Ma tempo qualche mese ci eravamo abituati e ora, con misura e ragionevoleza, le allacciamo automaticamente appena saliamo in auto. E il divieto del fumo del ministro Sirchia? Pareva una regola che la nostra civiltà non avrebbe potuto sopportare senza traumi e guerre civili. Invece, dal giorno dopo era cosa fatta. Alcuni fumatori ancora ringhiano, ma la società si è abituata e il fastidio per chi fuma nei locali chiusi è diventato la norma. Se ci pensate, è confortante sapere che quando si voglia cambiare qualcosa, la società sia pronta a digerire serenamente il cambiamento.

Adesso ci dicono che i PACS e la concessione degli stessi diritti alle coppie omosessuali potrebbero devastare le famiglie italiane e il sacro istituto del matrimonio. Comunque la pensiate, la storia ci dice una cosa: un mese dopo l’approvazione della legge staremo già pensando ad altro, e saremo ancora vivi.

Gazzetta dello Sport

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