Il reality puro

La trasmissione in diretta televisiva su All music di “Deejay chiama Italia”, uno dei programmi più popolari della radio italiana, ormai è cominciata da diversi mesi e non è più un esperimento. Questo non significa che abbia raggiunto e consolidata una forma evoluta di qualche tipo: è esattamente uguale ai primi giorni. Nessuno ha pensato di perfezionarla, di adattarla ai canoni dell’intrattenimento televisivo: e questo è un bene.

A differenza delle ultime performances su RaiUno di Fiorello, che ha messo su un vero e proprio show arricchendo e ripensando le sue già vivaci puntate pomeridiane su RadioDue (dove “Viva RadioDue” ricomincia il 5 marzo), Linus e Nicola Savino hanno deciso infatti di affrontare l’estensione televisiva semplicemente ignorandola. Malgrado quel che avrebbe immaginato chiunque sia assuefatto all’inevitabile comportamento da telecamera (quello che rende irreali i reality), loro due fanno letteralmente come se non sapessero di andare in onda, e il loro atteggiamento negli studi di Deejay è immutato. Spesso non si sono fatti la barba, hanno sempre un’aria piuttosto stropicciata, controllano maldestramente le cose che non si ricordano, e durante le canzoni (fuori onda in radio, ma non in tv) si aggirano pigramente per le stanze vicine, non trattenendo espressioni non elegantissime né battute imbarazzanti nei confronti di personaggi appena ospitati o citati, anche di amici cari. Mai un cenno al “pubblico da casa”: stanno facendo radio.

Televisivamente, il risultato è formidabile, ipnotico. È il vero reality show. Mi chiedo se perda qualcosa il mistero affascinante della radio ascoltata e della sua apparente perfezione, soprattutto per i fans: ma a Deejay hanno le spalle larghe, e se lo possono permettere. Non curarsene è già un merito.

Vanity Fair

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