Uno di solito legge queste cose sui giornali americani: i bambini accompagnati a scuola dall’autista, cose così. Però la scuola dei miei, di bambini, è vicina a uno dei posti più spettacolari di Milano, la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Gran viavai di giapponesi. E davanti a Santa Maria delle Grazie c’è una via di mezzo tra un sagrato e un piazzale lastricato, con qualche misera fioriera: non è curatissimo, ma gode di una meravigliosa cornice, come si dice. Ci si fermano i giapponesi, ci giocano i bambini al pomeriggio. Sarebbe ovviamente chiuso al traffico. Da una parte lo è anche fisicamente, da un alto marciapiede. Dall’altra dovrebbe esserci una catena, ma è sempre aperta.
Di qua dalla catena c’ la scuola dei mie figli. Oltre il marciapiede c’è invece un’altra nota istituzione scolastica milanese, il Collegio San Carlo. Oltre a originare un tipo antropologico di adolescente – il sancarlino – che non gode di grande fama in città ed è sinonimo di fighetto (colletto della polo tirato su, ray-ban, cose così: ma son ragazzi), il San Carlo è anche un’istituzione totale che offre ai suoi giovani iscritti servizi straordinari per il centro di Milano. Scuole che vanno dall’asilo al liceo, palestre, piscine. A poterselo permettere, è un posto eccezionale.
Quindi, lungi da me fare del moralismo sulla scuola dei ricchi. Passata l’adolescenza tireranno giù il colletto, e avranno imparato un sacco di cose. È solo che i loro genitori, quando sono piccoli, li accompagnano a scuola con la macchina. E la macchina è, per esempio stamattina, una Maserati con targa svizzera, un fuoristrada BMW con targa tedesca, un SUV piuttosto aggressivo con targa italiana. E sono di corsa, i genitori: ché devono lavorare molto per poter pagare il san Carlo, e quindi non hanno tempo per cercare parcheggio (oggi c’erano quattro posti liberi, appena fuori dal sagrato). E quindi entrano sul sagrato, mollano la macchina a quindici metri dalla facciata di Santa Maria delle Grazie e vanno a consegnare i bambini.
La scena ha anche qualcosa di emozionante, se uno si emoziona a vedere bambini e genitori. C’è solo quel residuo di fuoristrada e Maserati accatastate ogni giorno a sputtanare uno dei posti più belli di Milano, che inclina a dei sospetti maligni sullo scarso interventismo dei vigili milanesi (analogo disastro è quello del marciapiede davanti al San Carlo, completamente intasato dai motorini parcheggiati).
Insomma, tra le tante cose che il Collegio San Carlo offre ai suoi clienti paganti, sarebbe bello ci fosse anche un bel garage. Credo se lo possa permettere
p.s. Camillo mi ricorda il vecchio intervento di Gino e Michele sullo stesso tema, un po’ più drastico
Beghe di pianerottolo
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