Promemoria

Ci sono ancora delle cose su cui i giornali sono importanti. Su questa lo sono stati dal primo momento.

“I poliziotti picchiavano persone inermi. Quattro agenti infierivano su una ragazza con la testa spaccata. a terra in una pozza di sangue. (…) Ho visto due agenti in divisa e due in borghese manganellare una ragazza che sembrava moribonda (…) e intorno alla testa aveva grumi che sembravano materia cerebrale. (Uno degli agenti) si è afferrato le parti genitali con le mani e ha mosso il bacino mimando un atto sessuale verso di lei” (Michelangelo Fournier, vicequestore di polizia)

“Cominciarono a picchiarli, senza ragione. Spensero anche la luce e giù botte da orbi. E fu l’inferno anche per tutti quelli che, con un immediato passaparola, si ritrovarono lì fuori, costretti ad assistere allibiti e impotenti alla processione dei loro compagni portati via da quella scuola, sanguinanti, in barella, o trascinati via come sacchi dell’immondizia. Gridavano agli agenti «il mondo vi sta guardando», ma gli agenti non se ne curavano. Al massimo sorridevano, in altre parole se ne fregavano” (Riccardo Barenghi, La Stampa)

“Quanto è accaduto alla scuola Diaz, durante i disordini del G8, è una delle pagine più tristi e vergognose della storia delle nostre forze dell’ordine” (Michele Serra, Repubblica)

“Si è solo aggravata la posizione di chi ha sempre negato che vi siano stati pestaggi alla Diaz. Con quell’esotico «macelleria messicana» Fournier ha semplicemente ricordato a tutti quel che accadde sei anni fa in una scuola di Genova. Chi c’era, chi arrivò subito dopo, sa che è una buona definizione” (Marco Imarisio, Corriere della sera)

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