Ho scritto questa cosa, oggi sul Corriere nelle pagine politiche:
Da lettore del Corriere, leggendo il titolo Sofri e Scalfarotto lasciano i Mille avrei potuto pensare:
1) chi?
2) lasciano i che?
3) e perché?
Ma dandosi il caso che io sia non solo un lettore del Corriere, ma anche uno dei due tra Sofri e Scalfarotto, ho cercato invece di ricostruire cosa avessi fatto il giorno prima: un trasloco, alcune telefonate, e un pranzo in un McDonald’s di Corso Vercelli. Ma non avevo nessuna memoria di aver lasciato iMille.
Così ho telefonato all’altro dei due tra Sofri e Scalfarotto, e neanche lui aveva lasciato iMille.
Poi – i titolisti fanno un lavoro faticoso e ingrato – ho letto l’articolo: diceva che nei Mille si litigava. Anche questo non mi risultava: uno dei fondatori ha lasciato, ma in cordiali e complici rapporti con iMille.
Quindi, al lettore del Corriere di cui sopra, qualcosa bisogna spiegare:
1) chi?
Luca Sofri e Ivan Scalfarotto, che insieme a moltissimi altr hanno formato iMille, e vorrebbero che la politica e le cose dell’Italia fossero migliori
2) lasciano i che?
iMille (imille.org) sono un movimento che parteciperà alle primarie del Partito Democratico: con l’intenzione di renderlo più moderno, più democratico, più laico e più di sinistra. Mario Adinolfi ha lasciato iMille. Sofri, Scalfarotto, e gli altri 997 no. Anzi ne arrivano ogni giorno di nuovi.
3) e perché?
iMille non hanno apparati e strutture capillari. Si sono consultati e hanno scelto a maggioranza di associarsi alla candidatura di Walter Veltroni. Qualcuno non è stato d’accordo, e se ne è lamentato. Gli altr, si sono un po’ dispiaciuti, si sono scusati con chi non era stato interpellato, e poi si sono di nuovo affaccendati. Qui, o si fa l’Italia o si vivacchia.
Corriere della Sera
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