Prima Cd stava per Corpo Diplomatico

Gli esperti di questo genere di anniversari ci dicono che esattamente 25 anni fa fu prodotto il primo compact disc, risultato di una collaborazione tecnologica e commerciale inedita tra Philips e Sony. In questi 25 anni sono successe un sacco di cose. Il CD è stato un successo industriale sensazionale ed è divenuto una presenza nelle nostre vite. Ne abbiamo comprate decine, centinaia, migliaia: per ascoltare la musica, per registrare dati dal computer, e a un certo punto qualcuno li appendeva sul lunotto posteriore delle macchine convinto di sfuggire così agli autovelox (ve n’eravate dimenticati, dite la verità).

Eppure il CD non è mai riuscito a conquistare un affetto familiare paragonabile alla sua diffusione: freddo, seriale, di scarso valore materiale. E racchiuso in confezioni brutte, piene di graffi, fragili, sostituibili. Imparagonabili con le copertine dei 33 giri, per esempio, e però paragonate continuamente, loro malgrado.

Adesso il CD è dato per morente: fu l’assassino del vinile, ora è vittima degli mp3 per quanto riguarda la musica, e di formati più capienti per l’archiviazione dei dati. In realtà, sopravviverà per un pezzo: non è ancora apparso un sostituto rivoluzionario ed economico capace di imporsi come fece il CD 25 anni fa, e le nostre società non si sono ancora adeguate a un sistema diverso di contenitori delle nostre vite (iPod, hard disks, chiavette). Quando avverrà, chissà come li smaltiremo, i 200 miliardi di CD che si dice siano stati prodotti fino a oggi. Capace che non esisteranno più nemmeno gli autovelox.

Gazzetta dello Sport

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