Con la pubblicità ci si abitua a tutto, e ad essere trattati da totali imbecilli. Le telepromozioni, per esempio: riuscite a immaginare che si possa essere indotti a comprare qualcosa da comunicazioni di tanta bruttezza e mediocrità? Eppure le fanno, quindi forse siamo più scemi di quel che pensiamo.
Ma un settore esemplare del tacito accordo tra comunicatori e consumatori per cui I primi trattano i secondi da idioti e i secondi accettano di essere trattati da idioti (così avvicinandosi al modello, appunto) è quello della promozione cinematografica. Ma voi, li ascoltate davvero I testi dei trailers? Sembrano parodie di Fascisti su Marte, tutti enfasi e frasi fatte improbabili, e costruiti ripetitivamente per un pubblico di rimbambiti. Metà cominciano con A volte
, e poi segue invariabilmente il ma
. Eccetera.
Per non parlare dei testi incollati nelle pubblicità sui giornali che si pretende siano tratti da entusiastiche recensioni. Provate a cercarli su Google e per metà non li troverete. Dell’altra metà, vi capiterà sovente che Ottima prova del protagonista sia il sintetico e furbo estratto di un articolo che diceva: l’ottima prova del protagonista, finisce quasi involontariamente per sbilanciare il film proprio sul versante melodrammatico, a tutto scapito di quello musicale.
Vanity Fair
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