Le notizie che non lo erano (una rubrica per la Gazzetta)

Occhio alle traduzioni delle notizie che arrivano in inglese. Qualche tempo fa una notizia d’agenzia italiana riferì che il ciclista Floyd Landis aveva sparato al suo manager, e di sicuro era una notizia. In realtà lo aveva licenziato: “fired”, in inglese. Ieri il sito del Corriere riferiva del ritiro di una pizza surgelata ai peperoni dal mercato americano, perché contaminata da un batterio nocivo all’intestino: in realtà non di peperoni si tratta, ma di un salame piccante, che in inglese fa “pepperoni”.

Mercoledì Renzo Piano ha spiegato a Repubblica – ma senza ottenere lo stesso risalto – che il disegno che illustrava la pagina dedicata alla protesta per il suo nuovo grattacielo torinese era del tutto fuori prospettiva e l’impressione che avrebbe gravato come un avvoltoio sulla Mole era piuttosto sproporzionata. Il disegno era stato prodotto dai contestatori del progetto.

Ieri molti giornali hanno riportato nei titoli la notizia della tendenza a vietare l’uso dell’iPod durante le maratone come una questione di “doping” (“Musica come droga”): in realtà sono in ballo piuttosto questioni di sicurezza e assicurazioni, come spiegano i giornali americani.

Martedì un ente che si occupa di tossicodipendenze aveva diffuso un comunicato stampa in occasione del suo congresso. Come si fa in questi casi, il comunicato non si concentrava su bilanci, analisi, andamenti, ma su un’unica notizia da tabloid, così ripresa golosamente da tutti i quotidiani: “Allarme cocaina, è boom di operazioni chirurgiche al naso”. Però, senza negare che il fenomeno possa esistere e avere una sua rilevanza, nessuno dei giornali che ne riferiva si è preso la briga di andare a verificare se esistessero dati notevoli o casi da raccontare. Solo “boom”, “molti casi”, “sempre più spesso”, eccetera. Nei quotidiani italiani, ogni rondine fa primavera.

Gazzetta dello Sport

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