Rufus da camera

Hai voglia a sostenere che siamo tutti uguali, e nessuno è diverso: poi arrivano dei momenti in cui la tua eventuale etrosessualità è un limite, non c’è niente da fare. Uno di questi momenti per me è stato il concerto di Rufus Wainwright: quando lui si è presentato tirolese in calzoni alla zuava e calzettoni e ha intonato “A foggy day” in imitazione di Judy Garland, o certe arie operistiche della tradizione irlandese, la mia stima per i suoi dischi non è bastata. Rufus Wainwright è uno che ha inventato uno stile tutto suo con i seguenti ingredienti: voce sensazionale, grandi doti di cantautore ereditate dal padre Loudon, enfasi barocca e ridondante a ogni nota, arrangiamenti ricchi e teatrali. Il limite, per me, è che malgrado la gradevolezza e l’originalità del tutto, se mi chiedete di canticchiare una canzone di Rufus, me ne ricordo solo una: ed è di suo padre, ricantata da lui. Concentrandomi, altre due, tre, al massimo: e badate che ho quattro suoi dischi, ascoltati in abbondanza.

Metteteci che grazie alla cornice del Conservatorio la sua voce suonasse fin troppo perfetta, sabato sera, e che mancasse qualsiasi inventiva nelle esecuzioni dal vivo – tanto che i momenti più spiazzanti sono stati quelli delle pallette con gli specchietti -, insomma, mantengo la mia stima (e incollo qui sotto quel che ne scrissi in Playlist): ma quelli che vanno a vedere Springsteen, dopodomani si divertiranno molto di più


“Per raccontare Rufus Wainwright ci vorrebbero almeno tre pagine. Figlio di un celebrato cantautore folk, Loudon, e di una madre cantante anche lei (Martha, sua sorella, idem). Nato nello stato di New York, ma vissuto a lungo in Canada prima di tornare a Manhattan. Dichiaratamente gay e piuttosto fiero di esserlo da quando era ragazzino (e fu violentato a Londra a 14 anni). Gran musicista, soprattutto al pianoforte, e inventore di uno stile tutto suo, fatto di canzoni pop con un debole per l’opera e l’enfasi melodrammatica (una via di mezzo tra Billy Joel e Sarah Vaughan), adorato da molti suoi colleghi senza aver mai svoltato con le vendite, innamorato di citazioni colte e riferimenti religiosi. In estrema sintesi.”

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