Con Alessia Mosca

È una fredda mattina milanese e incontro Alessia Mosca davanti a un bar dove le avevo dato appuntamento per metterle il sale sulla coda tra un suo spostamento e l’altro. Come prima umiliazione, l’elegante caffetteria da me prescelta è chiusa fino alle 10, e lei mi guida allora con pazienza e assai maggiore efficienza in un bar dietro l’angolo. Intanto la squadro, mentre attraversiamo la strada: magra, bionda, capelli legati e passo deciso. Sto cercando di farmi un’idea di come sono i giovani democristiani nel 2007. Se infatti come sostengono alcuni con sarcasmo, il nuovo Partito Democratico sarebbe una specie di Democrazia Cristiana, con l’inclinazione veltroniana ad abbracciare tutti e spostarsi verso il centro, i veri democristiani di domani non saranno i rimasugli che oggi si arrabattano intorno a piccoli poteri nei partiti con le U: ma piuttosto la robusta e preparata compagine di neodemocratici di formazione cattolica e solida preparazione politica. Alessia Mosca potrebbe essere una di questi: appena terminata la campagna delle primarie in sostegno di Enrico Letta, di cui è da molto un’assidua collaboratrice, è entrata a far parte del nuovo esecutivo del Partito Democratico per scelta di Walter Veltroni. Qualcuno dice per appaltare uno spazio a Letta mascherandolo da scelta nuova, qualcuno perché invece è secchiona, preparata e brava. Forse le due cose non si escludono.

“Veramente Veltroni io l’ho conosciuto quattro giorni fa, mentre con Dario Franceschini c’è un rapporto politico ormai longevo”

Beh, longevo: hai trentadue anni…

Sì, ma ormai mi occupo di politica da un bel po’ di tempo. Feci uno stage a Bruxelles, al parlamento europeo, che ancora studiavo filosofia. E lì cominciai ad appassionarmi alle cose dell’Europa. Me ne occupai nel movimento giovanile dei Popolari… (il partito di transizione creato dai democristiani di sinistra prima della Margherita, ndr)

Aspetta: e come ci sei finita, nei Popolari?

La senatrice presso cui feci lo stage era nei Popolari, e ho mantenuto con lei un buon rapporto. Entrai nel movimento giovanile, e più tardi diventati vicepresidente dei Giovani Popolari Europei. Era prima che il PPE diventasse quello che è diventato poi…

Cosa è diventato poi?

Beh, prima che ci entrasse Forza Italia, insomma.

Ma i tuoi si occupavano di politica?

Mia madre non c’è più da quando ero bambina. Mio padre è stato un militante locale della Democrazia Cristiana (adesso è consigliere comunale nel comune di Biassono, vicino a Monza, dove è stato battuto nelle elezioni per il sindaco dal candidato della Lega, ndr)

E adesso la tua città qual è?

Chi lo sa. Sono nata a Monza, ho studiato a Milano e a Firenze, ho lavorato a Roma, sono stata a Bruxelles, ho viaggiato molto, e adesso rimbalzo tra Roma, Milano, Monza e Firenze. Ieri sera ho dormito a Milano, tra un’ora riparto per Roma.

(E qui faccio lo sbaglio da giornalista che si allarga, e in totale leggerezza domando la seguente)

Ma solo per lavoro o hai un fidanzato fuori sede?

Alessia Mosca esibisce un sorriso gentile e beneducato e mi risponde “preferirei non parlare della mia vita privata”

Prego, non volevo essere indiscreto…

No, davvero non ne vorrei parlare.

Ok, fatti tuoi. D’accordo… (sto per dire “chissenefrega”, ma ho paura che noti che mi sto risentendo)

No, perché ci tengo a tenere distinta l’attività politica e la sfera privata…

Va bene! Ho detto: va-bene. Ma piantala di trattarmi come un giornalista di Chi! Ho detto che va bene. (Adesso è troppo: se insisto sembro un giornalista di Chi, se cambio argomento sembra che mi sia fatto fregare. Cambio argomento). E come la stai vivendo questa nomina al gruppo leader del maggiore partito del centrosinistra?

Sono un po’ frastornata: dobbiamo fare tutto e non abbiamo ancora neanche deciso le competenze (il giorno dopo Veltroni comunicherà che Alessia si occuperà del settore Lavoro, ndr). Sto tornando a Roma con un misto di eccitazione e preoccupazione per la responsabilità.

Preferivi la parte “europea” della tua formazione politica?

No, non è questo. Anche se le fasi più eccitanti per me sono quelle delle campagne elettorali: adrenalina che scorre. Ma adesso ci aspetta un lavoro formidabile, è normale sentirne le preoccupazioni.

Tu sei la più giovane nel nuovo esecutivo del PD, occupi adesso un ruolo importante nella politica italiana: dimostri o smentisci la questione generazionale nella suddetta politica italiana?

La smentisco, e la smentirà d’ora in poi il Partito democratico: ma fino a ora la questione è invece assai dimostrata.

Non ti chiedi mai se non sia poi l’Italia a essere vecchia e non pronta per un cambiamento della politica? Per un partito che non sia più identitario e ideologico?

Secondo me qualcuno deve cominciare, a cambiare in questo senso: non possiamo pensare che siano i cittadini a dire a chi li guida dove devono andare. I partiti devono diventare una cosa nuova e devono cominciare a pensare per esempio a una maggior permeabilità tra l’impegno di chi fa politica attivamente e le competenze di chi ne sta fuori.

E tu dove stai?

Dentro e fuori. Adesso c’è questo incarico e poi ci sono anni di militanza e impegno politico che ti ho detto. Però insegno, mi occupo di molte cose, sono molto contenta di essermi laureata in Filosofia anche se poi ho preso indirizzi diversi.

E adesso ti è stato destinato il “ministero del lavoro” del Partito Democratico…

Già, pensa che io avevo deciso di fare politica per non lavorare…

(Questa è una buona battuta pensata a effetto, ma detta da lei è poco convincente: se c’è un’immagine che appare lontana è quella di una che non sgobba, ndr). Adesso dovremo costruire dei gruppi di lavoro, anche su internet…

Tu in rete non sei tanto presente: non hai un blog, non un sito, pochissimi tuoi testi o notizie… (“niente sulla tua vita privata”, vorrei dire, ma mi trattengo)

È vero: ma fino a ora ho lavorato dentro strutture politiche in cui non importava quel che pensassi io, e quindi le cose che facevo e scrivevo non avevano bisogno di essere conosciute come mie. Ora dovrò occuparmene, sei il primo a cui do la mia nuova mail del PD.

Dimmi.

A-punto-mosca-chiocciola-partitodemocratico.it. Mandami il tuo pezzo.

Solo a patto che non ti lamenti di niente.

Io sono una che non si lamenta mai.

Dovrai cominciare.

In effetti in rete si trova quasi solo il curriculum di Alessia Mosca fatto circolare tra le spiazzate redazioni il giorno dopo la sua nomina all’esecutivo: vi sono affastellati ruoli, master, docenze, partecipazioni a centri di ricerca e think-tank, e un po’ intimorisce. Fingendo di scherzare, mentre usciamo dal bar e l’accompagno verso la stazione, provo a insistere, come si fa quando si vuole dimostrare che si scherzava.

Quindi, dicevamo della tua vita privata…

“Non-ti-dico-niente, della mia vita privata”

Come sei noiosa: adesso chiamo i tuoi vecchi compagni di università e chiedo a loro.

“Nessuno sa niente, della mia vita privata”

Prossima volta, intervisto Hillary Clinton.

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