Era una notizia curiosa per tutti: la bambina che aveva vinto io Zecchino d’Oro del 1969 con Volevo un gatto nero, adesso quarantenne, è stata arrestata per sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga. Tutto vero, salvo che la canzone nel 1969 non vinse: lo ha precisato con una lettera a Repubblica il vero vincitore, interprete di Tippy il coniglietto hippy (al passo con i tempi).
Della moratoria sulla pena di morte siamo tutti contenti: perché è una cosa buona per il mondo. E non perchè è un successo italiano, come se avessimo venduto del parmigiano ai cinesi o vinto le semifinali dell’America’s Cup. Il provincialismo delle manifestazioni di entusiasmo in questo senso dei nostri giornali è stato rivelato dal fatto che sui quotidiani internazionali la notizia ha guadagnato piccoli spazi nelle pagine interne.
I tempi riservano sorprese, ma l’impressione è che l’eventuale arrivo del presidente Sarkozy a Roma accompagnato dal suo nuovo amore appena svelato – Carla Bruni – fosse più un desiderio voyeuristico dei giornalisti che una reale possibilità. E infatti, dopo che per due giorni abbiamo letto cronache eccitate di questa possibilità, lui è venuto da solo.
Infine, come ha giustamente fatto notare Michele Serra su Repubblica, torniamo con i piedi per terra sull’annuale titolo di Persona dell’anno per la rivista Time, questa volta assegnato a Vladimir Putin. Ricordiamoci sempre che nel 1938 fu scelto Hitler, che a Stalin capitò per ben due volte, e ricordiamoci sempre che stiamo parlando di un gruppetto di giornalisti che si mette lì e sceglie un nome. Potete farlo anche voi, a casa.
Gazzetta dello Sport
Le notizie che non lo erano
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