Tre mesi con iPhone (una sintesi)

(e tutta la storia su Wired)

Mi sono fatto comprare un iPhone da un amico tre mesi fa, negli Stati Uniti. L’ho sbloccato seguendo le istruzioni – piuttosto semplici, anche per chi non capisce esattamente cosa si stia facendo – su internet, e ho cominciato a usarlo con una scheda TIM da allora.

Adesso, con gli apparecchi acquistati con il nuovo firmware, non è più possibile: lo sblocco atteso da un momento all’altro non è ancora stato trovato, e forse le cose non erano così facili come si disse all’inizio. Ma tutto è in evoluzione.

A parte questo, e immaginando che Apple raggiunga presto un accordo anche per la distribuzione italiana (dopo Gran Bretagna, Francia e Germania), propongo qui una mia personale recensione di pregi e difetti dell’apparecchio. In estrema sintesi, i pregi sono pochi e grandi, i difetti piccoli e molti. Ma rimando a una “bottom line” finale.

Comincio con i difetti, se non vi spaventate.

– la tastiera direttamente sul display può piacervi o no, a seconda del rapporto che avete con i tastierini dei telefonini e il T9 (io pessimo, quindi avere una tastiera completa mi piace molto). Ma anche dopo tre mesi e con le dita relativamente sottili, capita spesso di sbagliare alcune digitazioni. E soprattutto è impossibile scrivere con una mano sola – che tiene l’apparecchio mentre il pollice digita – come con i cellulari comuni. Questa tastiera non è da pollice.

– la gestione degli SMS è piuttosto penosa, per questi tempi e paragonata con gli apparecchi normalmente in circolazione. Non si possono inoltrare. Né si può fare copia e incolla in alcun modo.

iPhone poi non gestisce gli MMS, né in entrata né in uscita.

– la macchina fotografica ha una risoluzione appena sufficiente rispetto agli smart phones correnti. Non ha zoom e non ha flash. E il pulsante di scatto e l’obiettivo sono posizionati in un modo molto scomodo e poco pratico, per cui anche per le foto dovete sempre usare due mani, e non trovate mai una presa efficace. Scordatevi di riuscire a scattare rapidamente e con prontezza alla bisogna, estraendo e scattando con una mano.

– il browser e la gestione delle informazioni online sono buone per una consultazione necessaria, ma ancora troppo faticose per poter supplire a un vero portatile, con tastiera e display adeguati. Pensatelo come un comodo servizio in caso di necessità.

– la memoria flash ha una dimensione molto ridotta rispetto ai più capienti iPod prodotti finora: come backup di video e audio vi servirà uno di quelli.

– la connessione wireless è di fatto inutile nel 99% dei casi: oggi quasi tutte le reti sono protette, e piuttosto che lente ricerche conviene usare il telefono come modem e connettersi rapidamente con quello (e un abbonamento flat).

– iPhone non è utilizzabile come modem Bluetooth per connettere un computer. Se siete in treno, o navigate nel piccolo su iPhone oppure niente.

– il software di posta è piuttosto confuso e poco pratico: se avete più di un account non potete scegliere quale usare, né decidere di scaricare da uno solo, o settare delle opzioni per filtri e dimensioni dei messaggi. E il download parte inevitabilmente ogni volta che accedete alla posta anche solo per consultare cose vecchie.

– la rubrica dei numeri non consente ricerca ma solo scorrimento. E iPhone non si accorge del prefisso internazionale, quindi non riconosce un numero se non è registrato in modo assolutamente identico.

Vengo ai pregi:

– il display è enorme e tutte le immagini e le schermate ne guadagnano.

– nella gestione degli SMS c’è un solo elemento di forza e differenza dagli altri apparecchi: i messaggi sono archiviati secondo il mittente, e così potete consultare la cronologia di ciascun corrispondente, sia esso in rubrica e no. Il sistema somiglia quindi a quello di un software di chat, ovvero mostra una lunga conversazione in ordine cronologico. È utile per ricostruire il mittente di certi messaggi non registrato in rubrica.

– tutta la sincronizzazione con il Mac è perfetta. Sia la rubrica, che l’agenda, che la musica, che l’archivio foto, hanno software ottimi che si allineano con la gestione dei settori corrispondenti sul Mac. Con un solo collegamento, che mette anche in carica la batteria.

– l’interfaccia con i vari effetti generati dal tocco delle dita è unica e dopo un po’ diventa così familiare che vi verrà fatto di azionare con lo stesso sistema apparecchi assai più tradizionali, invano.

– esistono già molti software di terze parti: in gran parte divertissement che si rivelano presto inutli, ma alcuni effettivamente pratici anche per superare alcuni dei difetti elencati sopra. Molti invece si incartano o creano guai a tutto il resto.

– la batteria ha una durata decisamente competitiva rispetto agli smart phones.

Infine, i due pro per me decisivi, che mi fanno tollerare le mancanze di cui sopra, seppure con frequenti smorfie di fastidio:

– nello stesso apparecchio ci sono iPod e telefono. Mi intervistò una rivista di macmaniaci, cinque anni fa, e mi chiese allora cosa mancava all’iPod: “il telefono”, risposi. Ci sono voluti cinque anni, ma ora non rinnegherò quella richiesta. Se come me siete degli utenti di iPod non potrete non andar matti per il fatto che la musica si abbassa e cede il posto allo squillo del telefono, e che appena riattaccate torna la musica che avevate lasciato. In un solo apparecchio.

– stiamo parlando di un apparecchio Apple. Potete essere di quelli che – convintamente o rosicando – sostengono che i prodotti Apple siano roba da ragazzini o sfigati in cerca di elitarismo. Ma io continuo a pensare che se devo montare un lampadario posso farmi aiutare da un elettricista o da mio fratello: e che preferisco farlo con mio fratello, a costo di metterci il doppio. Dopo però sarò più contento: come sono ora che ho un telefono Apple. Questione di familiarità e semplicità di comprensione reciproca.

p.s. (cominciano le integrazioni)

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Un commento su “Tre mesi con iPhone (una sintesi)

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